Intervista rilasciata a Michele Cozzi, pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno
Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera: sulla vicenda Tercas, qual è la sua opinione?
«La vicenda Tercas si risolve con la neutralità fiscale».
Che significa neutralità fiscale?
«Come le banche che aderiscono al fondo volontario hanno il recupero fiscale dell somme che restano, come è successo con il salvataggio delle quattro banche, oggetto del decreto, così anche chi riceve quelle somme, in questo caso Tercas, deve avere la certezza che non compongono reddito di esercizio. Se si pagano le tasse dalle risorse che ricevano dal fondo volontario, è evidente che l'operazione si chiude comunque con un buco».
Vuol dire che quei fondi non dovrebbero essere tassati?
«Vuol dire che chi riceve quelle somme, in questo caso Tercas, deve avere la certezza che non faranno parte del reddito di esercizio. E quindi su quelle somme non devono pagare le imposte. Ed è quello che è stato fatto con le quattro banche. Non si capisce perché c'è un trattamento differente avendo la certezza che mentre Tercas, avendo alle spalle un gruppo solido come la Popolare di Bari ha garantito tutti, nel caso delle altre quattro banche le operazioni sbagliate del management hanno provocato quello che è successo. Se non ci fosse stato l'intervento del governo con il decreto ci sarebbe stato il fallimento di quei quattro istituti».
Come si è arrivati a questa situazione?
«È una questione che pongo da anni. Dovremmo chiederci perché tante banche arrivano ora con il fiatone, sebbene la situazione di crisi, che si sta chiudendo, sia iniziata nel 2007-2008».
E qual è la risposta?
«È evidente che negli anni che vanno dal 2008-2013, la crisi economica ha colpito i territori e alcune banche non hanno retto. In questo contesto penso che ci sia stata la responsabilità degli organi di controllo. Perché dal 2007 a oggi, molte di queste banche sono state autorizzate a fare aumento di capitale o emissione di obbligazioni subordinate che non andavano autorizzate».
Quindi, chiama in causa Bankitalia e Consob?
«Trovo fuori dal tempo pensare che non si possa criticare un' autorità indipendente. Nessuno sta indicando responsabilità personali, ma si sta dicendo, e lo dico difendendo la storia di Bankitalia e di Consob, che molte di quelle banche sono state oggetto del decreto sul riordino delle Popolari che io non votai. E quel decreto fu fatto su calda insistenza di Bankitalia. Io ho sempre detto che prima di fare quella operazione sarebbe stato necessario fare il dibattito che ora si sta facendo. Cioè sul legame tra le banche e il loro territorio».
Cosa è cambiato?
«O l'Italia è cambiata all'improvviso e non ce ne siamo accorti, oppure bisogna ribadire un concetto. E cioè che le banche Popolari e le banche di credito cooperativo sono figlie di un capitalismo italiano che resta a forte connotazione territoriale e familiare».
La Popolare di Bari, grazie al salvataggio della Tercas, si è ritrovata nell' elenco delle Popolari da trasformare in Spa.
«Non c'è dubbio. Ed è la critica che ho fatto in Parlamento. E non l'ho fatto solo da pugliese, ma è evidente che se la Popolare di Bari, solida al tempo e solida oggi, non avesse comprato Tercas, consiglio che le è stato dato, oggi non rientrerebbe nel gruppo individuato da quel decreto. Non che faccia male la trasformazione, ma dico che non la puoi decidere per legge. Quel decreto meritava di una discussione ampia».
Sulla deducibilità qual è la posizione del governo?
«Sono certo che Palazzo Chigi risolverà il problema nel modo migliore e che Renzi voglia tener duro, anche in Europa, su questa linea. Il problema, io, Palese, Pelillo, lo abbiamo posto durante il dibattito sulla legge di stabilità, e c'era un'apertura di Palazzo Chigi. Il ministero è stato responsabilizzato, per due giorni ho tenuto sospesa su questo punto la commissione. Resta per me ancora incomprensibile il motivo che ha portato il ministero a non sciogliere questa questione con il dibattito sulla stabilità. Non era quello il momento di far andare "sotto" il governo su una questione specifica, ma mi auguro che nei prossimi giorni il ministero sia conseguente con quanto dichiarato. Cioè vista la scelta, a mio avviso sbagliata, fatta dall' Europa di non consentire l' utilizzo del fondo interbancario, l' utilizzo del fondo volontario, indicato nella stabilità, renda nel vicenda Tercas, l'operazione neutrale, senza impatto fiscale.
L' economista Zingales, citando gli ultimi governi, afferma che con il sistema bail in rischia di saltare tutto il sistema del credito poiché le banche troverebbe difficoltà a finanziare il sistema delle imprese e i mutui dei cittadini. Che ne pensa?
«Sono d' accordo. Alcuni di noi lo hanno detto parlamento e non sono stati ascoltati. Detto questo l'idea che c'è dietro al funzionamento del modello europeo ha senso se hai risolto tutti i problemi prima. Non è ammissibile che la Germania abbia messo 250 miliardi di fondi pubblici per salvare le banche territoriali e alcuni anni dopo tutto questo non si possa più fare».