«PARTE della responsabilità di questa situazione ce l’hanno anche Bankitalia, quando ha vigilato male, e Consob, se non ha segnalato alcuni comportamenti. Giusto quindi tenerli fuori dall’arbitrato. Serve chiarezza». Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, fa il punto sulla vicenda delle banche salvate a spese di azionisti e obbligazionisti.
Boccia, lei non votò il decreto sulle popolari, polemizzando con Gutgeld che lo difendeva. Ora c’è il salva banche.
«Non votai perché avrei voluto fare 10 mesi fa il dibattito che stiamo facendo oggi. Prima di fissare nuove regole, volevo confrontarmi sul funzionamento del sistema bancario»
Cento milioni per risarcire, in parte, chi ha rimesso i propri soldi sono abbastanza?
«Quando gli inglesi hanno nazionalizzato, dopo Lehman, The Royal Bank of Scotland e i tedeschi hanno salvato gli istituti regionali, in Italia si diceva che non c’erano problemi e, con un approccio totalmente sbagliato, si metteva polvere sotto il tappeto che ora viene fuori. Il sistema è solido, ma ci sono responsabilità che vanno accertate. A tutti i livelli. Penso non sia scandaloso ipotizzare un intervento: 100 milioni servono per partire e dire: ‘Non sarete lasciati soli’»
Che ne pensa dei risarcimenti caso per caso, con ben due decreti del Mef e di palazzo Chigi per individuare la platea e l’arbitro?
«Una soluzione straordinaria per vicende straordinarie, figlie di un passato che non tornerà più. Bene se il governo si assume la responsabilità di individuare l’arbitro»
Non poteva essere la Consob?
«Ho molto rispetto per Vegas: in questi anni, ha stretto le maglie dei controlli. Ma in questo momento è meglio tener fuori da questa scelta Consob e Bankitalia. Serve far chiarezza»
Di chi sono le maggiori responsabilità?
«Dei manager delle banche che hanno venduto prodotti rischiosi a clienti che, dal 2007 in poi, avevano un profilo obbligatorio che è stato aggirato o falsificato; dei Cda che hanno nascosto la verità; di Bankitalia quando ha vigilato male; ed eventualmente di Consob se non ha segnalato alcuni comportamenti»
Davvero questi prodotti sono stati venduti con leggerezza, nascondendo i reali rischi?
«Indubbiamente. Serve anche a questo avere un arbitro serio. C’è comunque una differenza tra chi ha sottoscritto al 3% e chi all’8%»
Quanto pesa l’ingenuità dei risparmiatori?
«Pesa, ma ci sono regole chiare per evitare che diventi un problema: se vengono aggirate non paga l’ingenuo, ma il furbo che ne ha approfittato»
Ci sono 60 miliardi di obbligazioni subordinate e simili nelle tasche dei risparmiatori. Siamo solo all’inizio?
«Almeno 45 sono di banche molto solide, le altre devono essere sempre sotto rigido controllo»
Cosa pensa del bail-in e del rigore Ue verso l’Italia, quando altri Paesi sono ricorsi a salvataggi di Stato per le banche?
«Abbiamo sbagliato noi nel 2009 e nel 2010 nel dire che andava tutto bene. E siamo stati proni sulle regole sbagliate. Sulle sofferenze, sull’impatto degli impieghi sul capitale e sulle forme di salvataggio dobbiamo riaprire i dossier»