Intervista rilasciata a Maria Zegarelli, pubblicata su l'Unità
«Questa manovra non si può definire di destra. Ha un`idea di fondo, un`anima, non è un`accozzaglia di cose messe insieme a caso». Francesco Boccia non è di certo trai renziani duri e puri, ma di fronte al dibattito che accende il suo partito sulla collocazione - a destra o a sinistra - della legge di Stabilità non si scalda. Fosse per lui sarebbe da rottamare anche questo modo di affrontare le questioni. Non che tutto vada bene, le riserve riguardano soprattutto il Sud, ma per l`esperto di economia Pd, è una manovra «sostenibile».
Insostenibile, semmai, è l`idea che Verdini e Cicchitto possano - o vogliano - allearsi con il Pd. «Si può litigare sulle scelte economiche, ma di una cosa dobbiamo essere orgogliosi: il Pd è l`unico partito che fa baricentro del sistema politico italiano. Non credo ci sia qualcuno disposto a inquinarlo con gli Ogm e in ogni caso le alleanze si discutono nel congresso».
Partiamo dalla legge di Stabilità. La convince?
«È una manovra che contiene un tratto redistributivo chiaro attraverso la riduzione dell`imposizione fiscale nel triennio su patrimonio, redditi e imprese, che si finanzia in parte in deficit e in parte con la riduzione della spesa. Ma il limite è nello sforzo inadeguato della spending review, se fosse più corposa ci sarebbero margini per un ulteriore abbassamento delle tasse sui redditi bassi e a quel punto nessuno fiaterebbe più. Va detto un dato di realtà: l`impatto sull`economia reale sarà dato da dieci miliardi effettivi, perché quello dei restanti 16,5 sarà soltanto contabile».
Le clausole di salvaguardia sono lì, rimandate di un anno.
«Questo è un sistema che Renzi ha ereditato dal passato, ma dobbiamo fermarlo. Il governo fa uno sforzo di 27 miliardi che incidono sull`economia reale solo per 10 miliardi, che diventano 13 se Bruxelles ci riconosce la flessibilità sull`immigrazione. L`anno prossimo i 16,5 miliardi rischiano dì superare il muro dei venti e si dovrà partire da quel dato. Il tema di fondo è che questo Mef, come unaparte dell`Europa, è un po` troppo innamorato delle clausole di salvaguardia mentre il Parlamento non lo è affatto perché l`approccio sulla spesa deve essere semplice e rigoroso: se hai i soldi li spendi, se non li hai non fai clausole che rischiano di pagare quelli che verrano».
Dunque Bersani quando sostiene che la manovra è incostituzionale esagera?
«Non vedo incostituzionalità, il sistema sui redditi».
Tasi e soglia al contante di tremila euro sono i punti più contestati. Lei che ne pensa?
«Sono le due questioni che fanno reagire male unaparte del nostro mondo. Credo sia un errore togliere la tassa agli immobili di pregio, come ritengo più efficace azzerare le commissioni sulla moneta elettronica, anziché innalzare della soglia del contante a tremila euro. In Germania non ci sono limiti, ma se evadi ti arrestano, mentre in Francia e in Spagna che i limiti li hanno stabiliti, registrano un`evasione più bassa della nostra. Su questi due punti non sono d`accordo con le scelte fatte dal governo, farò del tutto per cambiarle, per dare un mio contributo, ma c`è una maggióranza che decide e si assume la responsabilità. E se perdo la mia battaglia non dico"che siamo di fronte a misure di destra».
La minoranza Pd accusa Renzi di snaturare il partito. È in corso una mutazione genetica?
«Il Pd è il più grande partito riformista d`Europa, parliamo di cose concrete. Non ha senso fare le analisi del sangue sul tasso di sinistra o di destra. Guardiamo la Legge di Stabilità: cosa andrebbe migliorato? Credo si debba investire di più, per esempio, sui modelli redistributivi. Sono anni che chiedo di tassare le multinazionali del web. Un commerciante fuori dal negozio trova la finanza, chi opera sulla rete non risponde a nessuno».
Lei è critico anche sul Sud.
«Renzi si fidi, non sono tra coloro che dicono sempre sì, ma sul Sud penso di avere qualcosa da suggerire. La Tav Napoli-Bari rischia, nellasimbologia del meridionalismo di questi anni, di diventare l`Araba fenice della Salerno -Reggio Calabria. Vanno bene gli investimenti infrastrutturali e per le emergenze, da Bagnoli alla Terra dei fuochi, che questo governo sta facendo e i precenti non hanno fatto, mauna cosa deve essere chiara: il Sud deve emanciparsi dall`intermediazione costante e spesso malatadellapolitica, dei barigli pubblici...».
Cosa serve per invertire la rotta?
«Vorrei che il Sud ricevesse per quello che fa. Quello che chiede la parte sanadi quella popolazione è la certezza pluriennale sugli interventi. Renzi dia al Sud la stessa decontribuzione del 2015 per tutti gli anni fino al 2020. Se si faquesto abbiamo emancipato il Sud. E al ministro Padoan vorrei dire che i 7 miliardi di cui parla sono stati già stanziati. Non sono in più. Io sostengo il governo, ma dico le cose come stanno».