RASSEGNA STAMPA

Da FS chiusura intollerabile, ora Elia riferirà in Parlamento

08.09.2015

Intervista rilasciata a Oronzo Martucci, pubblicata sul 'Nuovo Quotidiano di Puglia'

«Condivido l'iniziativa del collega Palese di chiedere l'audizione dell'amministratore delle Ferrovie dello Stato, Michele Elia, per ottenere che il treno Frecciarossa con partenza da Milano e arrivo sino a Lecce. Penso che sia opportuno convocare una riunione congiunta delle Commissioni Bilancio e Trasporti della Camera», è quanto sostiene l'onorevole Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio, esponente del Pd, con riferimento alle richieste di audizioni già annunciate dai parlamentari salentini Rocco Palese (Conservatori e Riformisti) e Federico Massa (Pd).

Lei nei giorni scorsi ha duramente contestato l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Michele Elia, il quale aveva dichiarato che mai il Frecciarossa sarebbe arrivato a Lecce, perchè il servizio è antieconomico. Poi lo stesso Elia ha dichiarato la disponibilità a trovare una soluzione a fronte di un incentivo da parte della Regioni che copra le perdite di esercizio sulla tratta Bari-Lecce.
«Elia non poteva non accettare il confronto. Se non lo avesse fatto si sarebbe aperto un caso politico. Sono intollerabili le risposte di chiusura da parte di manager di aziende di Stato sulla richiesta di servizi. Già con la gestione di Moretti e ora con la gestione di Elia, questi manager di Stato si presentano con il cappello in mano quando, alla fine dell'anno, chiedono risorse finanziarie per le infrastrutture da mettere nella Legge di Stabilità. Poi, dal primo gennaio, vogliono ragionare come manager di aziende private. Lo ricordo a tutti: le Ferrovie dello Stato sono pubbliche e hanno cambiato pelle con i soldi pubblici».

Se i manager di Stato dimenticano qual è la mission su tutti i territori loro affidata, a Nord e a Sud, ci sarà pure qualche responsabilità della politica...
«Il piano degli investimenti sulle Ferrovie ha privilegiato le infrastrutture al Nord. E i manager delle Ferrovie dopo aver incassato soldi per le infrastrutture al Nord si permettono di parlare di antieconomicità della tratta Bari Lecce di un Frecciarossa. E insopportabile...»

Cosa è insopportabile?
«Che chi ha il compito di unire l'Italia accampi alibi di carattere economicistico. Chi vive al Sud deve poter contare sugli stessi servizi di trasporti pubblici di chi vive al Nord. Lo stesso discorso vale per la banda larga. Siccome non c'è una grande richiesta di internet veloce al Sud non si fanno investimenti sulla banda larga? Al contrario. Si fanno, con la stessa intensità sulla banda larga e sulle altre infrastrutture».

Negli ultimi anni gli investimenti al Sud si sono ridotti. Il divario tra Nord e Sud invece di essere colmato è cresciuto.
«È vero, gli investimenti al Sud negli ultimi 10 anni sono diminuiti a causa della riduzione degli investimenti in conto capitale. Questo vale anche per i trasporti. Chi viaggia da Roma verso la Puglia, nei fine settimana, sa benissimo che i treni sono stracolmi e in pessime condizioni. È falso dire che non c'è traffico, piuttosto mancano i servizi. In Commissione Bilancio non ho intenzione di fare sconti a chi non capisce che il Sud ha bisogno di nuovi e più consistenti investimenti».

Il governo Renzi in autunno presenterà il masterplan per il Sud. Lei ritiene che già nella giornata inaugurale della Fiera del Levante sarà possibile avere qualche anticipazione di ciò che sarà, così come richiesto dal presidente della Regione Michele Emiliano?
«Non so. Forse si sta caricando l'appuntamento di troppe aspettative. Non si offenda nessuno se dico che alla Fiera del Levante è rimasta solo l'inaugurazione. La Fiera ha perso negli ultimi anni l'occasione di essere luogo per presentare i modelli innotivativi che molte aziende del Sud e della Puglia riescono a realizzare per esempio nei campi della meccatronica e della sanità applicata».

Nel piano per il Sud ci saranno riferimenti a reti e infrastrutture, ferrovie, porti, retroporti, interporti. Nel frattempo però il porto di Taranto è stato abbandonato dal terminalista (Tct, partecipata da Hutchinson, Evergreen e gruppo Maneschi). Cosa è possibile fare per rilanciare il sistema della logistica in Puglia?
«La Puglia è ricca per la sua terra, le sue coste e i suoi porti. La nuova rete della portualità deve essere inserita nel masterplan per il Sud. E Taranto deve avere un ruolo di primo piano in quella rete, così come funzioni strategiche devono essere riconosciute a Bari e Brindisi. Nella mia proposta per il masterplan si fa riferimento alla necessità di garantire una fiscalità di vantaggio alle aziende che decidono di investire nelle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. Per fare ciò è necessario evitare la frammentazione degli interventi».

In che modo?
«Creando un coordinamento tra le attività assegnate all'agenzia per gli investimenti (Invitalia), il Cipe, l'agenzia per la Coesione, che stenta a ritagliarsi un ruolo, e la Banca per il Mezzogiorno. La Banca è nata per finanziare le iniziative imprenditoriali al Sud, ma su 1,3 miliardi di investimenti solo 65 milioni sono stati destinati ad aziende del Mezzogiorno. Così certo non si può continuare».

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