RASSEGNA STAMPA

Migranti, da incoscienti considerarlo un problema solo italiano

18.08.2015

Intervista rilasciata a Valentina Conte, pubblicata su Repubblica 

«Siamo passati dai 4 mila immigrati del 2009, quando c'era Gheddafi, ai 170 mila del 2014. Pensare che sia un problema solo dell' Italia è semplicemente incosciente».

Francesco Boccia, deputato pd e presidente della commissione Bilancio della Camera, commenta a caldo le ultime posizioni tedesche in tema di immigrati.

La cancelliera Merkel chiede di non lasciare sola l'Italia. È la volta buona?
«Se non lo è, allora significa che non credono nell'Europa e non sono neanche degni di guidare questo processo politico globale di integrazione».

Quanto è importante la Germania nella partita sulla flessibilità nei conti che si apre ora tra l' Italia e l'Europa?
«Cruciale. Anche se c'è questa ipocrisia dilagante di chi dice siamo tutti uguali. Non è così».

Ma è plausibile la richiesta di nuovi sconti a Bruxelles, la terza in due anni?
«Abbiamo fatto i compiti a casa in questi otto anni di crisi, dunque abbiamo tutto il diritto di chiedere e ottenere nuovi margini, certo. Senza doverlo fare con il cappello in mano, almeno se restiamo sotto al 3% nel rapporto tra deficit e Pil, se procediamo con la spending review e spostiamo di un anno il pareggio di bilancio. Ma non è questo il punto. Non è di clausola in clausola che si risolvono i problemi. Tireremmo avanti per un anno o due, forse passeremmo dallo zero virgola all' 1% di crescita. Ma non può essere questa la svolta».

E qual è la svolta?
«L'Italia come l'Europa hanno bisogno di una grande manovra espansiva per liberare investimenti strategici. Anche la Germania è piantata come noi sullo zero virgola, la Francia è ferma, la Spagna fa i conti con una pesante disoccupazione, la Grecia è nelle condizioni che sappiamo».

Pochi i 25 miliardi previsti?
«Sono una cifra minima che già trovi sul tavolo. Basta pensare ai 16 miliardi di clausole di salvaguardia da scongiurare e alle sentenze della Consulta da applicare, dai contratti pubblici alle pensioni. Mi aspetto che alla fine si vada verso una manovra da 30 miliardi».

Incalzerete il governo in Parlamento e nel partito? E su quali punti?
«Condivido la sfida sulla pressione fiscale lanciata dal premier Renzi. Ma questa volta bisogna pensare a redistribuire verso le fasce più deboli. Evitando di togliere la Tasi pure a ville e castelli. Eventualmente anche ricorrendo alla patrimoniale, proposta dalla Furlan. Ma senza intenti punitivi. E magari tassando i giganti del web che incassano 20 miliardi e pagano 9 milioni».

Piano per il sud e catasto rinviati. Bonus occupazione da definire. È stasi?
«Sul Sud aspettiamo ricette chiare a settembre. Ma certo dobbiamo pedalare. Se fallisce questo governo, falliamo tutti. Nessuno escluso. Mettiamoci al lavoro».

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