Intervista di Michele Cozzi sulla Gazzetta del Mezzogiorno
Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera: esplode la questione degli impresentabili a pochi giorni dal voto. Che ne pensa?
«Ho affetto e stima per la Bindi, ma questa vicenda mi vede sul fronte garantista. Lo so che sono fuori dal coro e esprimevo lo stesso pensiero a Letta sul caso Berlusconi, dicendogli di aspettare la sentenza. La questione riguarda la selezione della classe dirigente da parte dei partiti. È questa una delle loro funzioni principali, e devono assolverla prima di presentare le liste. Ricordo che livello nazionale i garanti nazionali del Pd hanno detto molti no. Ma certo non mi piacciono le liste di proscrizione, ma chi aveva problemi non doveva essere candidato, anche se non mi piace parlare di impresentabili».
Un problema prettamente meridionale?
«Non si tratta di una questione territoriale. Certo andava fatta molta attenzione nella selezione delle liste, soprattutto in quelle collegate al Pd. Ho letto l`editoriale, molto bello del direttore della Gazzetta, De Tomaso, sulla questione della selezione della classe dirigente. È il problema centrale. Il Pd ha cercato di porre un freno a livello nazionale, ma non so se sia stato fatto lo stesso con le altre liste. Per questo, l`appello che faccio agli elettori è che scelgano le migliori e i migliori candidati possibili. Anche perché i trasformisti aumentano dinanzi al possibile vincitore, e si avvicina gente senza storia e mestiere. Di questa gente la politica deve prendere le distanze e a maggiore ragione deve farlo il Pd. Conosco il rigore del partito, ma ci sono segnali di una propensione a raccattare tutto e tutti che a me non piace. Bisognerà parlarne dopo il voto».
Può avere questo un riflesso sul voto?
«Siamo alla fine della campagna elettorale. In Puglia il profilo di Emiliano e del Pd consente agli elettori di essere tranquilli sul fatto che Emiliano vigilerà sul profilo etico di consiglieri e assessori. Però essuno deve sentirsi immune. La verità è che la selezione della classe dirigente è stata fatta male. In Campania, come in Puglia».
La Puglia ha finora quattro impresentabili. Siamo tra i più penalizzati?
«È il risultato del pressappochismo nel quale viviamo. Anche la candidatura di De Luca è stato un pasticcio. È mancato il filtro nella selezione dei candidati alle primarie. Né lui né Caldoro, soprattutto Caldoro, passeranno alla storia per avere selezionato i candidati migliori».
Un 4 a 3 sarebbe una sconfitta per Renzi?
«Non credo. Comunque le regionali non debbono incidere sull`assetto del governo perché sono figlie di storie territoriali. Il peccato originale avvenne nel 2000 quando D`Alema si dimise. Ma il risultato delle regionali non c`entra nulla con la tenuta complessiva del Paese».
Ma il governo potrebbe risentirne?
«Le elezioni andranno bene e quindi mi auguro che non ci siano riflessi. Renzi ha assunto un impegno di 1.000 giorni, ha aperto i "cantieri" della pubblica amministrazione, infrastrutture, giustizia, scuola, economia. È giusto che li porti a compimento. Sarebbe un delitto se così non fosse, perché la situazione economia è delicatissima».
La sinistra Pd: secondo lei sta gufando per una sconfitta?
«Spero di no. Mi è dispiaciuto quando è andato via Civati, perché ha contribuito, come tutti gli altri, a costruire il Pd. Occorre rafforzare il Pd quando c`è la campagna elettorale e il partito deve essere unito. Renzi ha vinto il congresso, ha oltre due anni a disposizione. Se si sono o ci saranno idee alternative, vengano fuori prima del congresso. Invece dopo il voto ha senso aprire un confronto sulle riforme»,
Il successo Podemos in Spagna. Cosa significa per l`Italia?
«È una forza di sinistra. Credo che abbia una posizione non antieuropeista. E questo è un dato positivo perché intercetta l`esigenza di un forte cambiamento sul ruolo dell`Europa. Si deve guardare con attenzione ad alcune loro istanze che sono condivisibili. E il Pd è nato per far sì che quelle istanze possano essere governate dentro il Pd».
La ripresa c`è oppure è solo un timido effetto statistico?
«I numeri non barano mai. Il Paese ha fatto un cambio di passo. Il Pil, fmalmente, ha il segno più. Ma la situazione è delicata, e la vicenda greca va risolta. Il problema non è finanziario. Escludo l`uscita della Grecia dall`euro, perché se passa l`idea che un Paese possa uscire, è fmita l`idea dell`Europa. E invece serve più unione e più politica. Non è possibile mettere insieme le regole per le banche ma non quelle per il fisco e il welfare. Ricordo che Amazon, un gigante del mondo economico, ha dichiarato anche per l`effetto del lavoro della Procura di Milano, che pagherà le tasse nei Paesi europei dove fa business. È una rivoluzione, ma è folle che questo non sia stato imposto dall`Europa, ma lo sia autoimposto un`azienda che ha problemi in Italia, Francia e Germania. Se non si affrontano questi problemi, non ci si può sorprendere se vince la protesta in alcuni Paesi europei. Sono d`accordo con Renzi che occorre cambiare l`Europa».