RASSEGNA STAMPA

Obbligazioni Bei per far decollare il piano Juncker

11.04.2015

Colloquio con Carmine Fotina sul Sole 24 Ore

Stringere i tempi e puntare alle obbligazioni della Bei, acquistate dalla Bce, per finanziare pochi progetti ad alta dose di competitività e aprire una strada possibile a futuri eurobond. La commissione Bilancio della Camera, guidata da Francesco Boccia, ha stilato il documento finale sul Piano Juncker da trasmettere a Parlamento Ue, Consiglio e Commissione, frutto di un'indagine conoscitiva e di un lungo ciclo di audizioni svolte anche con la commissione Politiche europee presieduta da Michele Bordo. 
E messa innanzitutto in evidenza la necessità di imprimere una svolta all`intero percorso che, senza un cambio di passo, rischia di restare intrappolato in un andamento lento e un`incisività limitata. 

La riunione finale della commissione Bilancio si è svolta nello stesso giorno in cui anche il cosiddetto gruppo di coordinamento interparlamentare "Lisbona" del Pd esaminava caratteristiche e priorità del Piano. La risoluzione del Parlamento italiano, dopo i contributi che arriveranno da tutti i gruppi, dovrebbe essere votata nel giro di un paio di settimane, a due mesi dal tempo limite per il voto finale del Parlamento Ue sul regolamento istitutivo del Feis (il Fondo europeo per gli investimenti strategici previsto dal Piano). 

Boccia, relatore dell`indagine, ha ricordato come proprio il presidente della Bce, Mario Draghi, ascoltato in audizione iI 26 marzo, abbia ribadito la possibilità per Eurotower di acquistare sul mercato secondario obbligazioni emesse dalla Bei. «Un`opportunità da cogliere» secondo il parlamentare Pd. «Il piano Juncker si sta delineando sempre più come una maxi garanzia da 21 miliardi finalizzata a stimolare investimenti privati, ma un supporto straordinario, come potrebbero essere le obbligazioni Bei, consentirebbe dí abbassare il costo del debito oneroso e dare una spinta vera al moltiplicatore di 1 a 15 che sta alla base dello stesso Piano». 

Le obbligazioni, ha aggiunto il presidente dellacommissione Bilancio, dovrebbero essere finalizzate a pochi precisi progetti. «Potrebbe essere una vera svolta: di fatto, con una strada più lunga ma non eccessivamente tortuosa, si introdurrebbe uno strumento assimilabile agli eurobond sui quali tanto si è discusso».

Sull`impiego delle risorse del Piano Juncker, Boccia ha messo in evidenza l`importanza  e puntare in primo luogo sul piano per la banda ultralarga, messo in cima alla lista della bozza di risoluzione in cui compaiono anche «infrastrutture di trasporto ed energia, contrasto al dissesto idrogeologico, istruzione, iniziative per le Pmi». 

Tutto questo richiede rapidità, perché l`impressione che si va diffondendo in più di un parlamento nazionale è che si rischi una dilatazione eccessiva dei tempi. L`operatività del Fondo previsto dal Piano, si legge nella bozza di risoluzione, «deve scattare già nel secondo semestre 2015».

Il documento sottolinea anche l`importanza di garantire «l`effettiva addizionalità degli investimenti da finanziare», privilegiando quelli che attualmente non beneficiano del sostegno dei fondi strutturali o di altri finanziamenti a carico del bilancio Ue, oppure di finanziamenti privati, e che comunque presentino un profilo di rischio più alto rispetto ai progetti ordinariamente sostenuti dalla Bei. 

È certo, ad ogni modo, sottolinea il documento parlamentare, che non si possa indugiare oltre su un intervento a sostegno degli investimenti, considerato il loro brusco calo «in conseguenza della crisi, pari al 15% circa rispetto al 2007 nell`Ue nel suo complesso, con punte particolarmente acute in alcuni Paesi, tra cui l`Italia con il -25 per cento». 

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