da La Repubblica
ROMA. “Reni potrebbe tirare fuori all`ultimo momento per il Quirinale un coniglio dal cappello? Se c`è un coniglio capace di parlare con le principali cancellerie internazionali, ben venga il coniglio...”. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, lettiano, ne dubita.
Boccia, i toni di scontro nel Pd non sono un buon viatico per il Quirinale?
“I toni di solito in un partito segnalano la condizione che si vive. Per noi dem è forse la strettoia più dura della nostra storia. In vista del voto per il Colle direi di smetterla di tenere la contabilità delle colpe di questi mesi”.
Ma è lei che ha accusato Renzi di metodi da Isis.
“Non volevo offendere nessuno né Renzi né altri accostando le liste di proscrizione dentro il Pd ai metodi Isis. E` stato sbagliato e me ne scuso. Lancio l`appello: per il Quirinale ci vuole unità. Le critiche politiche le riprenderemo dopo l`elezione del presidente della Repubblica sui tanti temi in ballo dal decreto fiscale alle banche, dall`Ilva alle riforme”.
Lei fa da ufficiale di collegamento con Berlusconi?
“No. Questa è una cosa che ha detto Renzi. La mia vita è trasparente. Semplicemente quando ho appreso che il principale interlocutore del mio segretario e premier era Verdini, ho detto che anch`io parlo con tutti, Berlusconi incluso, mantenendo la distinzione politica”.
Vede bene Amato per il Colle?
“Amato, Prodi e Veltroni, oltre a Casini per il centrodestra, sono i nomi che spesso sono stati fatti in questi giorni. Sono personalità che hanno avuto ruoli istituzionali e sono in grado di rappresentare l`Italia nei contesti internazionali”.
È vero che c`è un trust di pugliesi - lei, Fitto, D`Alema - che sta manovrando per il Quirinale?
“No. Massimo D`Alema si occupa da tempo del suo vino e lo fa con discreto successo. Con Raffaele Fitto parliamo tanto di Juve e continueremo a farlo. In comune abbiamo il fatto che non ci facciamo imporre una linea politica non chiara”.
Il candidato che invece teme?
“Se siamo seri, non c`è nulla da temere. Questo Parlamento è diviso in tre terzi, non c`è un candidato in grado di fare il pieno nelle prime tre votazioni ma neppure nella quarta. A meno che non si adotti un metodo trasparente, ci si metta la faccia e si punti a un`intesa politico-istituzionale”.
Intesa sulla base comunque del Patto del Nazareno?
“Non è a quello che penso, ma al patto con gli italiani. Ai due contraenti del Patto del Nazareno consiglierei di scioglierlo perché entrambi rischiano di essere prigionieri di un perimetro asfittico. Il bene del paese non coincide con l`interesse a breve termine di entrambi. La scelta del nome per il Colle impone come bussola appunto il bene del paese. Non capirlo sarebbe avere un approccio ottuso con la politica”.
Le dispiace che Enrico Letta non abbia 50 anni? Sarebbe lui il suo candidato?
“Sono di parte quando parlo di Enrico... mi pare di capire però che è contento di non avere 50 anni”.