da La Repubblica
Onorevole Boccia, c`era anche Verdini, rinviato a giudizio per laP3, al pranzo Renzi-Berlusconi sulla legge elettorale. Era meglio lasciarlo fuori?
“Io sono favorevole agli accordi politici. A quelli fatti alla luce del sole, tra leader. Oggi i leader della politica italiana sono quattro: Renzi, Berlusconi, Alfano e Grillo”.
Verdini no.
“Quando sugli accordi mettono le mani persone che non rappresentano gli elettori ma interessi diversi, che puritano solo al risultato sostenendo tutto e il contrario di tutto, il metodo è meno trasparente e meno accettabile”.
Il via libera del premier alle preferenze è una buona notizia?
“A una condizione: che gli eletti con le preferenze siano abbondantemente sopra l`80 per cento e i capolista bloccati una quota sparuta. E per il Pd è fondamentale stabilire un criterio per la parità di genere”.
L`accelerazione sull`Italicum secondo lei significa voto anticipato. Conferma?
“Non sono ipocrita e confermo. Si sente dire in certi ambienti che Renzi ha bisogno di una pistola carica per andare alle urne. Ma non è giusto trasformare la legislatura in un far west delle classi dirigenti. Per smentire questa tentazione, basta la trasparenza. Si sgombri il campo dall`ipotesi che l`Italicum possa diventare valido anche per eleggere il Senato. Così sarà chiaro che prima si fanno legge elettorale e riforma costituzionale e poi si pensa al voto”.
Se si rompe con Berlusconi è possibile riaprire il dialogo coni 5 stelle?
“Sarebbe un ritorno ai colloqui Bersani Grillo del febbraio 2013, una specie di gioco dell`oca”.
Con lo sbarramento al 5% tramonta definitivamente l`alleanza Pd-Sel?
“Il premio di maggioranza garantisce la governabilità e il "diritto di tribuna" va assicurato. Io comunque continuo a preferire un`alleanza con i partiti di centrosinistra e non con quelli di centrodestra. Oggi non sembra più così scontato”.