da La Stampa
Ma i tagli metteranno a rischio molti Comuni.
“Condivido molto la scelta del governoRenzi sullo spostamento del pareggio di bilancio al 2017”, dice il presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio Francesco Boccia. Uno che di solito, anche di recente, non ha mai risparmiato critiche al governo Renzi e che ora di fronte al nuovo Def si pone
in posizione di attesa. “L`interruzione del percorso di rientro verso l`obiettivo di medio termine - ha spiegato lunedì Boccia nel corso delle audizioni in Parlamento sul Def rappresenta una novità nell`impostazione recente della politica italiana”. Novità che il presidente della Bilancio suggerisce di cavalcare: “Io utilizzerei di più la leva del debito, che tra l`altro aumenta comunque se stiamo fermi con inflazione zero e crescita zero) per dare uno shock ulteriore al sistema, un po` come si è fatto col pagamento degli arretrati della Pa di fatto pagati aumentando il debito pubblico”. Oltre Boccia non si spinge. Preferisce aspettare il varo di oggi del Documento economico finanziario per commentare i dettagli della maxi-manovra da 30 miliardi. “Certo sulle cose che sono uscite ieri è difficile che ci sia qualcuno in Italia che possa essere contrario” argomenta. “Chi può essere mai contro alla riduzione dell`Irap o delle tasse in genere, contrario all`aumento della cassa integrazione o dell`Aspi? Ovvio su questi punti sono tutti d`accordo”. Questo non vuol dire che non si possano intravedere dei problemi. “Anticipare al 2015 il pareggio di bilancio degli enti locali mentre lo Stato rinvia il suo al 2017 può essere molto rischioso. Si dice che si vuole modificare il patto di stabilità interno, intanto si tagliano 3 miliardi a tutti e se ne restituisce uno sotto forma di allentamento -dei vincoli a favore dei comuni più virtuosi. Ma tra i comuni a cui si tagliano i tre miliardi mica sono tutti cattivi e così facendo si rischia di innescare una catena di dissesti di bilancio”. Poi c`è il problema delle coperture, dei 18-20 miliardi che il governo deve recuperare oltre agli 11 di maggior deficit. Tagli di spesa dell`entità annunciata e immediati sono difficili da portare casa, si potrebbero aumentare le tasse ma Renzi continua a dire di non volerlo fare. La terza possibilità è lo sfondamento del tetto del 3% che pure il presidente del Consiglio dice di voler rispettare. “Se Renzi varasse una vera politica espansiva saremmo tutti d`accordo con lui” dice Boccia, facendo capire che questa potrebbe essere la mossa giusta per ricompattare il partito dopo le polemiche degli ultimi tempi. La speranza di Boccia, come dell`ex viceministro Fassina, è che Renzi possa seguire l`esempio della Francia: visto che, a questo punto, molto probabilmente Bruxelles aprirà una procedura di infrazione contro l`Italia tanto vale approfittarne e lasciar correre il deficit verso il 5% per avere le risorse necessarie per produrre una vera scossa all`economia. Ma questo oggi Boccia non lo dice.