da La Gazzetta del Mezzogiorno
Francesco Boccia, oppositore di Renzi, più che alle polemiche di queste ore intende entrare nel merito della riforma del mercato del lavoro.
Che pensa delle proposte?
“La politica deve promettere quanto può mantenere. Per queste ragioni il legame tra la legge di Stabilità e il disegno di legge delega sul lavoro è decisivo. Se si vogliono estendere tutele e diritti universali a tutti i lavoratori è necessario uscire da una definizione generica degli obiettivi e delle platee interessate dal Jobs Act.
Il premier ha parlato di uno stanziamento complessi vo pari a 1,5 miliardi di euro.
E' necessario capire di cosa si sta parlando, in particolare se si tratta di risorse aggiuntive rispetto ai fondi della cassa integrazione in deroga. I disoccupati in Italia sono oggi oltre tre milioni. A questi va sommato il numero di coloro che le statistiche non registrano. Riteniamo giusto estendere le tutele e prevedere un sussidio a chi cerca un lavoro agganciato a formazione e inserimento. Ma la cifra indicata è “matematicamente” insufficiente a soddisfare tale obiettivo.
Quindi, niente riforma?
Noi vogliamo la riforma e la vogliamo concreta. Se si annuncia un provvedimento universale ma in assenza di coperture certe, il rischio è che il succo della riforma si riduca a eliminare ciò che rimane di quell' articolo 18 che - bisogna rammentarlo - non è una sopravvivenza dello Statuto del 1970. Quella norma non ha 44 anni. Ne ha solo 2 essendo stata radicalmente modificata solo nel 2012 dalla riforma Fornero. E' giusto, quindi, chiedere ai gruppi parlamentari di approfondire e specificare con il governo i principi della delega, avendo chiarezza delle risorse necessarie e delle priorità di cui la legge di stabilità dovrà farsi carico anche al fine di migliorare il percorso attuativo.
Ma come va riformato allora il mercato del lavoro?
Lo ripetiamo: fare le riforme, contrastare la precarietà, disboscare la giungla contrattuale, immettere tutele in una visione uni versale del diritto e dei diritti è la strada giusta. Anche per questo serve un impegno coerente da parte di tutti, nel PD, in Parlamento, nei sindacati e nelle associazioni di categoria. Perché riforme e trasformazioni uniscano un Paese oggi diviso.
Su quale questione puntate per cambiare il testo?
“Pensiamo che un contratto unico a tutele progressive possa contribuire a superare l' attuale segmentazione del mercato del lavoro. Sulla durata della prova è possibile discutere tenendo conto della richiesta dell' Europa per un periodo di prova più lungo. Superata positivamente la prova e in caso di assunzione a tempo indeterminato all' azienda dev’essere riconosciuto un significativo sconto fiscale.
E poi?
“Vanno ridistribuite le ore lavorate e stimolati i contratti di solidarietà con politiche di de fiscalizzazione. Vanno inoltre eliminate le agevolazioni fiscali per gli straordinari. E' giusta la strada intrapresa sulla estensione del diritto di maternità a tutte le lavoratrici. Lo stesso diciamo per una revisione complessiva degli ammortizzatori con un sussidio di inserimento al lavoro, agganciato alla disponibilità a percorsi di formazione e per l' inclusione sociale.