Matteo Renzi, da Napoli fa un annuncio e un’ammissione: “ Riformeremo subito il codice degli appalti” e negli scandali emersi in queste settimane “ ci sono anche responsabilità del Pd”. Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, deputato democratico in rapporti non sempre semplici col premier (vedi il caso della cosiddetta web tax) stavolta sottoscrive tutto e fa di più: applica il teorema renziano alla realtà creata delle inchieste. Col Fatto Quotidiano parla di tutto questo: dai possibili correttivi legislativi contro la corruzione negli appalti pubblici al potentissimo ras degli appalti del ministero delle Infrastrutture Ettore Incalza, dal caso Expo alle eventuali responsabilità del suo collega di partito, il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. “ La prima cosa da fare – ci dice – è abolire gli appalti col massimo ribasso: solo con questo salterebbero molte delle conventicole italiane delle gare pubbliche”.
Addirittura.
Noi ora assegniamo le gare a chi offre di meno. Sa poi che succede? I prezzi salgono dopo l’appalto grazie al meccanismo delle cosiddette “riserve”, alle deroghe arbitrarie in cui magari si infilano anche le tangenti. È questo il meccanismo che viene fuori anche dalle inchieste su Expo o sul Mose per non citare che le ultime due.
Invece il suo sistema cosa prevede.
L’ente pubblico fissa il prezzo dei lavori che servono al progetto e assegna l’appalto all’azienda che gli dà di più: garanzie sulle qualità, per dire, oppure che sempre allo stesso prezzo costruisce un asilo o sistema una strada o che so io. Il di più, insomma, se lo deve prendere la collettività e non il politico o il funzionario pubblico.
Se è così semplice perché il massimo ribasso è ancora lì.
Ogni volta che ne abbiamo proposto l’abolizione una grossa lobby accorre in difesa e affossa il progetto.
Chi?
Sono pezzi di Confindustria e del Parlamento, anche del Partito democratico, ma soprattutto è una certa alta burocrazia ministeriale coi suoi omologhi neglie enti locali.
Si riferisce a Ettore Incalza, il dirigente delle Infrastrutture di cui in prima pagina chiediamo lo spostamento?
Non voglio fare nomi, ma posso dire che è evidente che non si può restare troppi anni nello stesso posto, specialmente se parliamo di poltrone apicali delle amministrazioni centrali.
Veniamo al caso Expo.
Su questo voglio dire una cosa preliminare. La magistratura farà il suo lavoro, ora l’obiettivo è portare al termine i lavori. La proposta mia e di altri nel Pd è istituire un “Commissario di contratto”, magari nominato sulla proposta della stessa Autorità anti-corruzione.
Come funziona?
Se ci sono delle indagini gravi, magari con imprenditori o funzionari pubblici sottoposti a provvedimenti restrittivi, si nomina un commissario terzo: sarà lui a gestire l’appalto incriminato mentre la giustizia fa il suo corso. Questo vale in particolare per Expo: stiamo parlando dell’investimento infrastrutturale per singolo evento più rilevante dai tempi di Italia 90, un fatto di straordinaria importanza per il paese: i ritardi e il rischio di fallimento sono intollerabili.
E però ci sono entrambi e in una struttura,Expo, a sostanziale guida Pd.
E per questo sono d’accordo con Renzi quando parla delle nostre responsabilità. I reati li accerterà la magistratura, ma le responsabilità politiche di questa situazione devono essere chiarite. Non è mistero per nessuno che l’attuale governance di Expo 2015 sia vicina al Pd, in particolare a quello lombardo: è normale dunque che risponda politicamente al segretario del Pd, che poi adesso è anche presidente del Consiglio.
Si riferisce all’Ad, Giuseppe Sala?
Anche a lui.
Il ministro Maurizio Martina, peraltro in ottimi rapporti con Sala, ha la delega a Expo da oltre un anno e anche lui è del Pd. Doveva controllare meglio?
Guardi, io so che Sala e Martina sono due persone oneste, ma bisogna smetterla di nascondersi dietro la poca trasparenza. Voglio dire: qualcuno Angelo Paris (responsabile acquisti Expo, finito in carcere, ndr) lo avrà pure assunto; qualcuno sarà responsabile dei ritardi; qualcuno avrà motivato le gare assegnate in procedura d’emergenza. Per questo ho chiesto formalmente l’intero carteggio intercorso tra Martina e Sala in questi mesi: sono sicuro che così si chiarirà di chi sono le responsabilità e se il partito intende davvero occuparsi della vicenda.
Veramente al Fatto Quotidiano risulta che nessun carteggio del genere sia intercorso tra il ministro e Sala.
Sarebbe davvero molto strano, sono sicuro che invece esiste e verrà reso pubblico.