da "La sottile linea rossa", il mio blog su l'Unità
La riforma della fiscalità locale è uno di quegli argomenti che, puntualmente, torna nel dibattito politico. Magari si fa qualche modifica alla normativa vigente, si cambiano i nomi delle imposte, si prova a riformare un sistema che in realtà ha solo bisogno di una cosa: una riforma seria che porti ad un periodo di fermo biologico; per almeno 5 anni non ci devono essere altre norme che modifichino l’impianto della finanza locale italiana. Ne va di mezzo la stabilità degli oltre 8 mila comuni italiani che, fino ad oggi, subiscono passivamente la provvisorietà delle norme. Ho avuto modo di ribadirlo nelle sedi accademiche e istituzionali, nel corso dell’approvazione della Legge di Stabilità e o del DL Enti locali, il cosiddetto SalvaRoma ter.
Ma la situazione, ad oggi, è sotto gli occhi di tutti. Stiamo ai fatti, quindi: 1) la prima rata della Tasi andrebbe pagata tra poco più di un mese, entro il 16 giugno; 2) i comuni non hanno ancora chiarito quale sarà l’aliquota della Tasi da applicare; 3) il termine per l’approvazione del bilancio degli enti locali è stato posticipato al 31 luglio 2014.
Che fare quindi? Far sprofondare contribuenti e amministrazioni locali nel caos ? Non credo sia la soluzione ottimale.
Per questo credo, invece, possa essere più opportuno che, così come abbiamo posticipato l’approvazione dei bilanci comunali, adeguassimo adesso le scadenze relative al pagamento della Tasi all’approvazione dei bilanci stessi. Spostiamo il pagamento della Tasi a settembre per tutti.
Come PD lo abbiamo già chiesto più volte, perché è inammissibile che ci sia ancora tanto caos sul tema. I Comuni che opportunamente hanno approvato i bilanci preventivi, riformando anche i regolamenti tributari, sono purtroppo solo meno del 10 per cento. Per evitare caos fra i contribuenti, sarebbe opportuno chiedere a tutti i Comuni italiani di rispettare i termini dell’approvazione del bilancio del 2014, ipotizzando il pagamento della Tasi a settembre, nello stesso momento e per tutti gli italiani. Mi auguro che, anche con un provvedimento amministrativo, ci possa essere l’allineamento delle date.