Prelievo oltre 60 mila euro per finanziare il rinnovo della pa
28.03.2014
«Dietro i dirigenti o i manager inamovibili, percettori di stipendi incomprensibili, si cela una Pa impoverita da vent`anni di spoil system praticati all`incontrario: per marginalizzare chi ha vinto un concorso e "stabilizzare" gli esterni entrati con la raccomandazione politica». A Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera e autore di una proposta di legge che prevede un prelievo triennale di solidarietà sugli stipendi pubblici superiori ai 6omila euro, piace poco il dibattito di questi giorni sui burocrati di Stato. «Io sono convinto - spiega - che nella Pa si debba entrare per concorso e che i dirigenti apicali che lo hanno vinto con merito e che fanno bene il loro mestiere debbano essere protetti dalla politica». Si parla di un intervento forte sugli stipendi dei burocrati, un taglio capace di produrre mezzo miliardo di risparmi strutturali. Ma Boccia propone un`altra via: un prelievo proporzionale e temporaneo dal 6 al 14% % sulle retribuzioni lorde che vanno oltre i 60-70-80mila euro. Un intervento che tocca circa il 10% dei dipendenti di fascia alta e che produce 2,5 miliardi di risparmi: «La proposta prevede che il taglio valga anche per chi lavora nelle authority, negli enti e nelle società controllate e, anche, un prelievo del 10% sulle indennità di diretta collaborazione» aggiunge l`autore. Che tiene a spiegare la doppia finalità dell`intervento: sostenere gli sgravi Irpef annunciati dal Governo ma, anche, finanziare i prepensionamenti dei dipendenti pubblici con 40 anni di contributi per rendere possibile il reclutamento di un po` di giovani: «Trovo sproporzionate le cifre circolate dí 85mila esuberi dice - ma con tutte le cautele del caso e l`attenzione sui saldi io sono favorevole a una deroga ai requisiti della legge Fomero che permetta i prepensionamenti: la Pa dev`essere gradualmente rinnovata, bisogna uscire dalla sta- gione delle dirette collaborazioni e riaprire i concorsi, da fare con le tecnologie di oggi, in tempi certi e costi contenuti». Sul tema della formazione e l`acceso alla Pa, ha fatto discutere la rivelazione sulle «docenze d`oro» nelle scuole per i dirigenti, pubblicata mercoledì sul Sole 24 Ore: «Noi abbiamo perso la battaglia della trasparenza e della premialità legata ai risultati. Sulle scuole io dico che ce ne dovrebbe essere una sola con docenze in esclusiva». E il tetto agli stipendi dei manager pubblici, quelli che guidano le società partecipate dallo Stato? «Sulle quotate il giudizio lo danno i mercati. Sulle società pubbliche non quotate sono favorevole al tetto di 311mila euro per la parte fissa dell`indennità, mentre quella variabile va legata ai risultati di bilancio. Manager pubblici pagati poco, in passato, hanno chiuso bilanci con miliardi di perdite. Anche così s`è costruito il nostro grande debito pubblico».