RASSEGNA STAMPA

Stravolti i nostri principi, il gruppo dirigente sappia che non è più in linea con la base

12.03.2014

Intervista a Corrado Castiglione pubbicata su Il Mattino

Onorevole, è deluso?
«Inevitabile, quando viene meno qualcosa che invece ci si aspettava» risponde Francesco Boccia, deputato pd, lettiano di ferro, presidente della Commissione Bilancio alla Camera.

Lei ipotizzava un esito diverso?
«Ne traggo le conclusioni: l`esito sta benissimo a Fi, che da una parte non si è assunta responsabilità di governo e dall`altra vede centrare tutti i paletti posti da Verdini. Ma a noi non può stare bene».

Quali sono le note dolenti? 
«Dopo i no su preferenze, parità di genere e primarie, e dopo il sì a liste civetta e liste bloccate, si può ancora avere qualche dubbio su questa cosa che chiamano Italicum? Perciò alla fine non ho votato».

Torna la domanda: cosa si aspettava?
«Francamente sì: ho fatto la campagna congressuale a favore di Renzi e lui diceva chiaramente che avrebbe cancellato il Porcellum e i suoi effetti».

Invece? 
«Invece non cambia nulla: così gli elettori continueranno a non scegliere. Per questo ho votato in disaccordo e l`ho detto chiaramente in Aula, senza nascondermi dietro il voto segreto».

Si è aperta una nuova ferita nel Pd? 
«Senz`altro. E non è la prima volta che in queste settimane accada. Spero che il corpaccione del gruppo dirigente capisca di non essere in linea con la base. Per carità, poi, per disciplina i parlamentari in Aula possono anche dare il proprio sostegno. Ma così si stravolgono i principi culturali del Pd».

Cosa accadrà a questo punto? 
«Mi aspetto che il gruppo dirigente che ci ha portato fin qui si assuma per intero la responsabilità politica di quanto succederà».

Ha presagi sinistri? 
«Si è sprecata un`opportunità: ora mi aspetto davvero il peggio».

Cioè? 
«Siamo alla vigilia del grande sfascio».

Allude alla "strana maggioranza"? 
«Ho la sensazione che voglia portare il Paese al voto, nel giro di sei mesi o un anno. Non me ne meraviglierei visto che questo gruppo dirigente è lo stesso che ha preteso il cambio in corsa del governo. E a quel punto, con due sistemi di voto diversi alla Camera e al Senato, sarà lo stallo, sarà l`oblio».

Perché è così pessimista? 
«Naturalmente sono pronto a chiedere scusa se mi sbaglio, ma c`è un`incoerenza evidente tra la maggioranza che sostiene il governo (che poi è la stessa di prima) e quella che trova l`intesa solo sulla legge elettorale».

Nel Pd torna l`ombra dei 101 franchi tiratori su Prodi al Colle. 
«Le due storie sono diverse, ma il nodo è lo stesso: sul piano politico c`è un problema forte, che riguarda l`identità e i valori del Pd, e che va affrontato. In queste ore in Aula il dissenso non era figlio di una tattica, anzi, se la devo dire tutta, l`organizzazione e il controllo ci sono stati da parte del gruppo dirigente».

Segnali di speranza? 
«Oggi in Cdm sbarca un`importante provvedimento per abbassare le imposte: il Pd dovrà essere coerente con le proprie ragioni fondative, sostenendo il governo. È giusto togliere a chi più ha per una migliore distribuzione delle risorse».

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