28.11.2009
Regionali: Puglia; Pd non decide, serve "nome condiviso"
Assemblea con D'Alema, mandato a Blasi per coinvolgere UDV e IDV.
(ANSA) - BARI, 28 NOV - Un mandato al segretario regionale, Sergio Blasi, per prendere contatti con i partiti del centrosinistra e i potenziali alleati in vista dell'allargamento della coalizione attorno a un nome "condiviso", quindi non quello dell'attuale presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sl), perche' sul suo nome c'e' il veto di Udc e Idv. Preceduta da grandi attese perche' ritenuta una riunione decisiva, e' assai probabile che si concluda cosi' stasera l'assemblea regionale del Pd pugliese, partito che ha dato un iniziale appoggio all'autocandidatura di Vendola (del 15 novembre scorso) ma poi ha fatto negli ultimi quattro giorni un rapido dietrofront. Cominciata attorno alle 17, l'assemblea e' tuttora in corso. Sono state le parole di Massimo D'Alema alla direzione Pd il 24 novembre scorso a riaprire clamorosamente i giochi, dopo i numerosi 'niet' di Pier Ferdinando Casini, in primis, e di Lorenzo Cesa sul nome di Vendola. Ma D'Alema - dicono tiene molto, come nel Pdl ci tiene Raffaele Fitto, all'allenza con l'Udc, partito che in Puglia vale tra il 7 e il 9% dell'elettorato. Nella Direzione Pd del 24 novembre scorso D'Alema, in nome di alleanze vincenti, aveva ipotizzato "sacrifici del partito e di persone", frase che tra i partecipanti alla riunione era stata immediatamente riferita a Nichi Vendola, per il veto di Udc e Idv, e a Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte. Assai improbabile anche che si possa, come pure Vendola auspicava qualche settimana fa, giungere alle primarie. Gli alleati centristi e' difficile vogliano correre il rischio che 'Nichi il rosso' - come accadde cinque anni fa a dispetto del candidato che era gia' stato scelto dalla Margherita, Francesco Boccia - risulti vincente nella scelta del 'popolo dei gazebo'. Ancor piu' improbabile e' che il candidato presidente del centrosinistra possa essere il presidente pugliese del Pd, Michele Emiliano, nonostante il suo nome risulti gradito ai centristi. Candidare lui significherebbe nuove elezioni a Bari, a soli sei mesi dal rinnovo dell'amministrazione comunale, col rischio di non ottenere di nuovo il successo avuto da Emiliano. Proprio il sindaco di Bari ieri aveva gettato acqua su chi s'infiammava per una sua candidatura: ai consiglieri di maggioranza al Comune, che gli chiedevano di restare a fare il sindaco, aveva detto di sperare che "la maggioranza di centro sinistra allargata all'Udc sappia trovare una candidatura condivisa che non obblighi ad innaturali sacrifici". (ANSA).