RASSEGNA STAMPA

Governo: quattro scelte da fare per la crescita (Il Foglio)

03.05.2013
(ASCA) - Roma, 3 mag - 'Siamo consapevoli che le attuali condizioni di finanza pubblica ci impongono un percorso progressivo e selettivo, e per questo credo sia importante individuare da subito le priorita' che consentono di perseguire gli obiettivi di rilancio economico e di coesione sociale. Sul fronte europeo le urgenze sono due: da un lato una regolamentazione bancaria che riduca le distorsioni nell'accesso delle imprese al credito e dall'altro una serie di meccanismi che consentano ai paesi con i conti in ordine un costo del servizio del debito sostenibile e in linea con quello degli altri partner europei. Le opzioni per coniugare crescita e rigore sono varie. La valutazione di quella migliore passa da una condivisione del metodo con la Commissione e gli altri paesi dell'area euro. Ma posso dire che la strada seguita da Madrid, quella di avere due anni in piu' per ridurre il deficit fino al 3 per cento del Pil, e' una possibilita''. Lo dichiara Francesco Boccia in una intervista che compare oggi sul 'Foglio'. 'Considerati gli attuali livelli - prosegue il deputato del Pd - e' inimmaginabile non solo un aumento, ma anche una invarianza della pressione fiscale. E in particolare io credo che il primo vero e immediato segnale che potra' dare il governo su questo fronte sara' legato alla riduzione del cuneo fiscale: punto essenziale per aumentare il reddito disponibile delle famiglie e consentire un recupero di competitivita' da parte delle imprese'. Conclude Boccia: 'La riforma Fornero purtroppo e' stata introdotta in un momento di grave recessione, che ha reso stringenti le riduzioni di flessibilita' in entrata. Al momento, sulla base dei dati disponibili, la riforma sembrerebbe aver determinato una riduzione delle assunzioni riferibili al lavoro intermittente e parasubordinato, senza che, almeno sinora, a questa riduzione di posti abbia corrisposto la creazione di posti a maggiore stabilita'. Una revisione, almeno in questa fase economica, delle flessibilita' in entrata e una valutazione di quali misure possano rendere effettivo e consistente il necessario percorso di stabilizzazione dei posti di lavoro appare necessaria, e credo proprio che quando il governo dice 'ripartiamo dal lavoro' intende proprio ripartire da qui'.

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