RASSEGNA STAMPA

10.05.12 - BERSANI INCALZA GOVERNO, E PREPARA PREMIERHIP 2013 LEALI CON MONTI MA TROPPI RITARDI; POI IL PREMIER SARA' DEL PD

11.05.2012
ROMA, 10 MAG - L'accusa, mossagli da Di Pietro e Vendola, e' di stare fermo nella costruzione di programma e alleanze in vista del 2013. In realta', Pier Luigi Bersani ha cominciato a muoversi per preparare la vittoria alle elezioni. E la strategia si muove su due binari: incalzare il governo per dare una cifra piu' 'democratica' all'esecutivo e scaldare i motori per la sua premiership. ''Nel 2013 la guida la proporra' il Pd'', e' il messaggio che il segretario Pd manda sia a Vendola, che in realta' sembra aver messo da parte le ambizioni, sia a Casini sia ad aspiranti 'papa stranieri'. Se nel Pdl e' forte la tentazione di smarcarsi dal governo, considerato come fattore penalizzante per l'elettorato, nel Pd l'intenzione e' di appoggiare il premier Mario Monti fino al 2013. Sostenerlo ma condizionarlo di piu' anche alla luce del fatto che, con il crollo del Pdl, il Pd e' diventato il primo partito in Italia. E soprattutto ambisce a tornare a guidare il paese nel 2013 sulla spinta del vento mosso con la vittoria di Francois Hollande in Francia. ''Certamente noi siamo leali verso il governo - assicura il leader Pd - ma chiediamo che ci si ascolti. Abbiamo chiesto provvedimenti ed equita' per le imprese e francamente non capisco questi ritardi''. E la lista dei ritardi che Bersani imputa al governo non e' corta: sugli esodati ''non finisce'' con la soluzione dei 65mila indicati dal ministro Fornero cosi' come il Pd attende risposte sui crediti della pubblica amministrazione alle imprese dopo che la scorsa settimana il coordinatore Pd delle commissioni economiche Francesco Boccia aveva inviato al ministro Passera la proposta dei democratici sui quali anche le banche mostrano apertura. E anche sulla revisione del concordato Italia-Svizzera sui capitali all'estero il Pd e' tornato alla carica con il governo. La richiesta di misure per la crescita sono anche il modo con cui il Pd cerca di captare malessere sociale e elettori delusi in vista del 2013. Anche se, in vista dei ballottaggi, non e' sfuggito il riconoscimento fatto da Bersani a Grillo: ''non catalogo come antipolitica una formazione politica'' che ha ''molta demagogia ma pone anche domande''. Nel profilo rispetto al governo dei professori, insomma, Bersani prova a delineare il programma per le politiche. Programma sul quale lo incalza il leader di Sel che vorrebbe far suo il programma di Hollande e avverte: ''Se il nostro programma e' un ibrido incomprensibile io non ci sto''. In realta', al di la' delle minacce, Sel punta a stringere quanto prima l'alleanza con Pd e Idv e, a quanto si apprende da fonti parlamentari, in nome di una situazione di emergenza il governatore pugliese sarebbe anche pronto a rinunciare alle primarie e a lasciare campo libero a Bersani. Il leader Pd, pero', non vuole ancora rinunciare all'alleanza con i centristi anche per tenere unito ipartito. Ma su un tema oggi il segretario Pd sembra mettere un punto: il candidato premier tocca ai democratici. E lui e' in campo pur evitando ancora annunci in pompa magna: ''Non mi tiro indietro se si lavora in una logica da collettivo''

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