SPORT

Intervista a Tuttosport

07.01.2013

Francesco Boccia, economista e politico italiano ha parlato a Tuttosport: "Sono juventino dalla nascita. Merito di uno zio che mi ha portato sulla buona strada, nonostante avessi padre e nonno interisti. Sono sempre stato un malato di calcio, viaggiavo sempre con l’album delle figurine e giocavo a pallone appena potevo, molto spesso per strada. Il primo ricordo lucido da tifoso bianconero è stata la prima Juventus di Trapattoni e la prima gioia intensa la coppa Uefa a Bilbao. Da lì in poi, tanti momenti felici, qualche momento amaro e tanti “amori” fra i grandi campioni che hanno vestito la nostra maglia. Ho amato Platini. Forse perché la sua epopea è coincisa con la mia adolescenza, ma in quel particolare momento storico, in cui c’erano Platini e Giovanni Agnelli, seguire la Juventus diventava appassionante sette giorni su sette. A volte le loro battute facevano godere come i gol. Forse anche per questo il post-Platini è stato duro, con tutte quelle vittorie del Milan». Ministeri bianconeri: "Al capitano Buffon, darei la Difesa! Sarebbe un eccellente capo delle Forze Armate. Ma dopo i rigori parati all’Uruguay lo suggerirei direttamente come Segretario Generale della Nato!. Pirlo: ministro dei rapporti con il Parlamento. Con lui saremmo in buone mani. A Conte il Ministero dello Sviluppo, è uno che fa crescere la squadra. A Marotta darei l’incarico della spending review. Ormai è abituato a risparmiare senza compromettere il risultato!". Lazio e Juventus: "Io credo che quando si parla di sport, come d’altronde quando si parla d’affari e politica, dovrebbe valere la regola della trasparenza e della reciprocità, ovvero non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. In questo caso non mi sembra che si sia seguita quella regola e per quando c’è prevaricazione non c’è democrazia". Sugli acquisti: "Tevez mi esalta e sono favorevole all’assegnazione della maglia numero dieci. Ogbona mi piace. E per i prossimi acquisti dico solo di tenere conto che questa squadra è una meravigliosa orchestra e serve gente che possa integrarsi in questo complesso». Su Calciopoli: "Una brutta pagina della giustizia sportiva e che andrà pienamente rivista. Magari quando anche i procedimenti della giustizia ordinaria saranno finiti e avranno finalmente fatto chiarezza su quel tempo, sugli uomini e sulle responsabilità delle aziende per cui lavoravano, perché potrebbe anche emergere che alcuni di loro non rispondevano che a se stessi. In attesa di questo, nessuno si arrabbi se dico che gli scudetti sono 31. Il tifoso sa quando una squadra vince con merito e quando no. E quei due scudetti sono stati vinti sul campo dominando in modo assoluto le stagioni: non c’erano avversari...Penso che la giustizia sportiva vada profondamente riformata. Non ci sono sufficienti garanzie per la difesa, ma soprattutto il fatto che i giudici debbano rispondere a chi li nomina scardina uno dei principi fondamentali della democrazia che è la terzietà di chi giudica. La verità è che servirebbe un testo unico sullo sport che lo riporti nella realtà. I tempi sono cambiati, lo sport non sempre si è adeguato. La politica si dovrà occupare anche di questo. In questo senso lo Juventus Club Montecitorio può essere uno strumento. Siamo un gruppo di tifosi che si organizza per vedere le partite e, una volta l’anno, ci troviamo per una cena sociale, ma al di là dell’aspetto ludico c’è qualcosa di più importante. I grandi club, come la Juventus, sono antenne della società attraverso le quali si possono intercettare sentimenti, urgenze, idee... Noi vogliamo ascoltare le istanze che arrivano dal mondo del calcio. Certo, ci sono cose più importanti e che, infatti, hanno la priorità nella nostra agenda, ma noi non vogliamo sottovalutare nessuno».

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