RASSEGNA STAMPA

Ora anche la Puglia giochi la partita dell`autonomia

07.09.2019

Intervista rilasciata a Leonardo Petrocelli, pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno

Francesco Boccia, neoministro agli Affari Regionali, lei ha fama di essere un grande centravanti. Il primo gol l`ha segnato alla Lega impugnando la legge del Friuli sui migranti?
«I paragoni calcistici fanno sempre piacere ma non è questo il caso. Era un atto dovuto, mi sono semplicemente limitato ad applicare la Costituzione che è la bussola di questo governo».

Fedriga l`ha presa molto male...
«In quella legge multisettoriale, che spazia dalle imprese ai pollami, presentano problemi almeno 8 articoli, non soltanto quello sui migranti. Dunque mi pare evidente che ci sia un tema di legittimità costituzionale. Sul pollame e sulla caccia al cinghiale, Fedriga ha precisato che avrebbe cambiato le norme, forse gli stanno molto a cuore, ma evidentemente c`è molto altro che non va».

Polli a parte, l`inizio sembra in salita: è già scontro aperto con la Lega?
«Ho deciso di non cadere nelle provocazioni di chi continua a usare l`immigrazione per far polemica e assumere un approccio gandhiano, senza inutili veleni ma con la schiena dritta».

D`accordo, ma gli altri sembrano affilare i coltelli. La macchina propagandista del Nord è scesa in campo contro di lei perché di mezzo c`è l`autonomia.
«La politica è a un bivio: continuare ad alimentare le fratture con la politica quotidiana o aprire un confronto franco».

Dal «confronto franco» con i governatori Zaía e Fontana, che incontrerà a breve, cosa cercherà di ottenere? Che accettino una autonomia diversa?
«Il Parlamento non può incassare un pacchetto preconfezionato, da prendere o lasciare. Siamo ancora una repubblica parlamentare. Credo si debba fare un accordo condiviso e poi lasciare all`Aula l`ultima parola».

Quale dev`essere il fulcro dell`accordo?
«I livelli essenziali delle prestazioni che, le assicuro, si possono serenamente calcolare. Dal palco di Digithon posso dirle che gli strumenti della contemporaneità calcolano perfino i sentimenti, figuriamoci
i Lep. E lì, si sveleranno le differenze: non solo tra Nord e Sud, ma tra aree diverse dello stesso segmento di Paese. In altre parole: aree ricche e aree povere».

Ma ora che c`è lei al ministero, crede che anche la Puglia, senza controparte leghista, possa intraprendere il percorso? In fondo, all`inizio Emiliano aveva accettato la sfida.

«Quello di vedere le carte era l`approccio corretto. Il punto non è se accettare o meno l`autonomia, ma quale autonomia. Le Regioni del Sud, e non solo la Puglia, dovrebbero sedersi a quel tavolo perché tutti hanno il dovere di chiedere responsabilità per le funzioni che ritengono utili. Ma tutto questo ha un senso solo se stabiliamo che i Lep non sono una perdita di tempo».

Si è già confrontato su questo con Emiliano?
«Non ci siamo ancora incontrati perché lui in queste ore è alle Tremiti. Ci siamo abbracciati telefonicamente in attesa di farlo fisicamente».

Ma avete parlato di autonomia?
«Entrambi sappiamo come la pensiamo. Ci conducono i valori. Ripeto, Michele ha avuto fin da subito un approccio corretto. Ora sediamoci tutti intorno a un tavolo».

Chiudiamo sul Pd che sta risalendo nei sondaggi. Un filo di luce dopo tanto buio?
«È la vittoria politica di Zingaretti che è partito con un programma chiaro fin dal congresso».

Ma l`intesa di governo con i 5S, almeno inizialmente, non la voleva.
«Il contesto storico lo ha costretto ma questo è il bello della politica che riflette le trasformazioni della società. Ha avuto molto coraggio e ora quel coraggio è premiato. Ovviamente non bisogna guardare ai sondaggi settimanali ma all`unico che conta: la condizione degli italiani. La svolta che stiamo vivendo
può davvero assomigliare a quella, storica, del `96 quando Prodi mise insieme gli ex Pci e gli ex Dc».

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO



LEGGI ALTRI ARTICOLI