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Nella PA servono 100mila giovani digitali

26.11.2018

(ANSA) - ROMA, 26 NOV - "Tecnologie, innovazione e più in generale la trasformazione del capitalismo al tempo del digitale hanno cambiato profondamente la società e le imprese e di conseguenza impongono tempi, risposte, analisi e valutazioni della pubblica amministrazione in linea con il tempo che viviamo. La PA è sempre stata lo specchio del Paese, con le sue virtù e i suoi difetti. Parlare di contratti oggi è marginale.

Ci sono accordi e vanno rispettati, ma non è solo questo quello che si aspettano gli italiani. Il Paese deve avere negli uffici pubblici il meglio che c'è e invece spesso si trovano accanto a prestatori d'opera che fanno tante cose contemporaneamente, anche tante persone demotivate, anziane e a volte non al passo con l'innovazione tecnologica". Così Francesco Boccia, deputato e candidato alla segreteria del Pd, al convegno "La sfida della transizione nella PA" organizzato a Roma da HDRA'.

"Il problema - aggiunge - non sono loro, ma della politica che ha fatto percepire la PA come un ostacolo anziche' come una grande opportunita' di riscatto del Paese. Un Paese in cui finiscono in tribunale due gare su tre e' un Paese malato. Noi dobbiamo curare questa grave patologia investendo tutto in una moderna PA attraverso leggi che invertano l'onere della prova.

Ogni cosa che puo' fare un cittadino la fa e poi lo Stato verifica, controlla e, se e' opportuno, sanziona. Inammissibile che per carte d'identita', autorizzazioni di ogni tipo, certificati e attestati delle amministrazioni pubbliche ci si debba ancora rivolgere agli uffici. Basterebbe un click, ma questo non accade. E la responsabilita' e' della politica miope, non di chi oggi lavora nella P.A.

Lo Stato deve avere al proprio interno gli strumenti e le risorse migliori". "Dobbiamo avere il coraggio - conclude - di consentire l'ingresso nella Pubblica Amministrazione di almeno 100 mila giovani digitali che costano meno dei 60enni che volontariamente andrebbero accompagnati verso la pensione. Solo con nuove competenze digitali e nuove energie la P.A. potra' realmente interpretare una societa' cambiata e superare i meccanismi farraginosi che, purtroppo, ancora oggi rallentano i processi". 

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