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BOCCIA SI PENTE : HO VOTATO RENZI MA AMMETTO DI AVERE SBAGLIATO ( dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 24.02.2014 intervista a pagina 4 )

24.02.2014
Francesco Boccia, lettiano, presidente della commissione Bilancio della Camera. Partiamo dalla fine, dal gelo del passaggio di consegne tra Letta e Renzi: quali conseguenze potrebbe avere? «Quella immagine, è inutile nasconderlo, è il segnale del fallimento di una generazione che doveva utilizzare principi e metodi diversi e che aveva l`occasione storica di chiudere in pochi mesi le riforme e di portare il Paese al voto». E invece cosa è accaduto? «Che non è stata capace di farlo e si è rifugiata nel vecchio metodo del taglione. Uno va via e l`altro assume il comando. Solo che adesso il quadro politico è diverso. Il Pd era centrale già con Bersani e lo è oggi a maggiore ragione con il Pdl scisso e il M5S che alla prova dei fatti ha dimostrato di non avere alcuna volontà di governare il Paese, e con il centro che è imploso in tre partiti. Il Pd è centrale ancora di più perché il quadro politico si è disgregato». Quindi occorreva andare avanti con l`esperienza passata? «Era la risposta alle richiese di Napolitano in occasione della sua rielezione. Eravamo al novantanovesimo cancello su cento, poi la nuova maggioranza del gruppo dirigente del Pd ha deciso per un`altra strada che non ho condiviso. Ma occorre rispettare il volere della maggioranza. Importante è sapere chi l`ha voluta questa svolta». Nel partito c`è stato un rimescolamento delle carte anche rispetto alle logiche congressuali. Cosa è accaduto? «Cuperlo dice che è inutile essere ipocriti. Ma lui stesso ha le sue responsabilità perché ha deciso di assecondare alcune scelte volute da vecchi capicorrente. Pur essendo all`opposizione di Renzi ha votato per questa operazione, a differenza di Fassina, che è rimasto coerente, e di Civati. Una scelta politica che hanno voluto i vecchi capicorrente come Franceschini e Fassino, oltre allo stesso Renzi. E i "giovani turchi", diventati improvvisamente vecchi, e alcuni autorevoli rappresentanti che hanno un ruolo istituzionale, come i due capigruppo. Lo dico per fissare le responsabilità politiche di questa scelta. A loro andrà l`onore se questa operazione andrà a buon fine o la responsabilità e gli oneri se dovesse trasformarsi, cosa che non auspico, in un disastro che si porterebbe dietro un`intera comunità». Cosa rimane adesso del gruppo di Letta? «L`unico ad avere rottamato, volutamente, la sua corrente è stato Letta quando è diventato presidente del Consiglio. L`esempio dato da Letta ha aperto nel partito una stagione nuova. Vedo molte persone libere che si riuniscono sui temi e problemi». Quindi non lasciate il partito? «Ma no, ci mancherebbe. Ho votato Renzi, ma ho sbagliato valutazione, lo ammetto. L`ho votato per contribuire al rinnovamento del gruppo dirigente e per aprire la discussione moderna sui principi e su valori». Deluso da Renzi, quindi. «Sul metodo siamo tornati ad un passato dimenticato. Sui contenuti vedremo. Nel senso che alcune cose dette nelle primarie sono corrette e spero che diventino provvedimenti. Penso al lavoro, alla modernizzazione della politica per le imprese, al welfare». Vi collocate all`opposizione interna? «Voglio un partito nel quale si discuta apertamente. Non mi vorrei ritrovare in un partito nel quale le decisioni che riguardano il Paese vengano prese in un`altra sede. Non si può consentire un piano di riforme sull`asse con Verdini, altrimenti non ci ritroviamo. La legge elettorale va benissimo, come le altre riforme. Ma non vorrei che se ne discutesse prima con Verdini» E il doppio incarico di Renzi? «No, perché non siamo Forza Italia. Penso che sia necessario che il presidente faccia a tempo pieno il presidente del Consiglio e che ci sia un gruppo dirigente che traghetti il partito in tempi ragionevoli, ad un nuovo congresso su quale partito vogliamo al tempo delle "larghe intese" nella logica di un governo che punta ad arrivare a fine legislatura». Come si è arrivati al blitz di Renzi? «Ogni italiano ha capito cosa è successo. Quando le prime critiche arrivano dal partito che di deve dare il maggiore appoggio è evidente che non si va avanti. La maggioranza di questo governo è la stessa stessa, come 9 ministri su 16. C`è stata un`ambizione personale comprensibile che poteva passare per la legittimazione popolare tra un anno. È stata scelta un`altra strada, ora ci resta una via, quella di fare le riforme. E su questo non possono esserci alibi. Su welfare e le imprese occorre dare risposte immediate. Su questo mi sono battuto in passato» Teme un cambiamento su questi temi? «Spero di no. Chi ha fatto questa scelta, Renzi e i capicorrente, tutta gente che fa politica da 20 e io sono meno esperto di loro, non potendo fare altri debiti, può solo togliere ad alcuni per dare ad altri. Questo vale sul welfare, sulle pensioni più ricche per bilanciare quelle più povere, togliendo gli incentivi alle grandi imprese per darle alle piccole». Che dice dei ministri? «Sono tutte persone rispettabili. Ma per i due ministri del lavoro e dello sviluppo, per la loro provenienza, avrei invertito i dicasteri. Il problema dell`Italia è la forza delle lobby e la debolezza della politica». Che succede in aula con la fiducia? «Io sono leale con il governo e auspico che anche chi non è d`accordo lo sostenga».

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