NEWS

La Bat, Barletta e la gente d'ofanto tra crisi etica e crisi politica. La Gazzetta del Mezzogiorno

18.07.2011

La Bat, Barletta e la gente d'ofanto tra crisi etica e crisi politica.
La Gazzetta del Mezzogiorno, 3 Luglio 2011

Caro Direttore, in queste ore la terra della Provincia di Barletta, Andria Trani é, suo malgrado, agli onori delle cronache nazionali.

Dalle colonne del suo giornale si sono accesi i fari sulle cause di questi "sgradevoli onori" e per questo mi permetto di utilizzare la sua ospitalitá per alcune riflessioni aperte, per fare alcune proposte e per lanciare un appello politico: mettiamo insieme i valori più profondi nei quali ci ritroviamo e facciamo tutti insieme scelte forti.

Si, in nome di un vero patto etico tra le forze politiche e tra le istituzioni, liberiamo il territorio dall'asfissia di una politica che si occupa solo di se stessa o dell'accrescimento del consenso (e di un presunto potere) ad ogni costo.

Personalmente sento la responsabilitá e forse anche la colpa, di non viverci quanto vorrei per impegni istituzionali romani e professionali. Sono cresciuto professionalmente purtroppo lontano come tanti della mia generazione e mantengo come posso il mio posto di lavoro, che ritengo sacro, come per tutti quelli che non vivono di politica. Ma non giustifico le mie responsabilitá (come quelle di tutti coloro che hanno un ruolo e "devono" fare qualcosa) che mi tengono lontano; abbiamo il dovere di far diventare prioritá delle prioritá la condizione delle nuove generazioni, le difficoltá dei giovani, le loro denunce, che devono spingere ognuno di noi a fare ogni sacrificio per esserci sempre e per riscrivere le regole di convivenza politica tra partiti e istituzioni e all'interno dei partiti stessi.

In questi giorni la Bat é oggetto di dibattito nazionale per sprechi e sperperi (inchiesta dell'Espresso), per le improvvise dimissioni del Sindaco di Barletta Maffei, appena eletto con un risultato straordinario e infine per alcune interrogazioni parlamentari che chiedono al Governo di dar conto sulla liceitá e la trasparenza di alcuni comportamenti amministrativi (concorsi in Provincia e tirocini formativi in alcuni Comuni con un'interrogazione del Pd) e delle modalitá di funzionamento della vita politica locale in occasione delle campagne elettorali e delle stesse elezioni (eventuale voto di scambio secondo l'On De Angelis del pdl).

Le confesso subito che sottoscrivo l'interrogazione del collega De Angelis del Pdl perché voglio sapere le stesse cose e spero che lui e tutti i colleghi di centrodestra del territorio, facciano altrettanto con le interrogazioni del Pd sui concorsi. Abbiamo tutti un solo e unico interesse: il territorio, la difesa dei diritti delle nostre comunitá e la necessitá di assicurare ai giovani di oggi (classi dirigenti di domani), che stiamo costruendo un mondo pulito, migliore di quello che abbiamo ottenuto dai nostri genitori e nonni, e non peggiore. E oggi invece migliore non é. Una terra con istituzioni non trasparenti tradisce i propri figli. Una terra che consente il voto di scambio, umilia i propri cittadini. Una terra che non dá a tutti le stesse opportunitá é destinata al declino.

Se oggi sul nostro territorio viviamo queste contraddizioni, la responsabilitá é esclusivamente della politica e delle istituzioni locali. E allora abbiamo una sola strada. Non due come spesso succede a chi fa politica. Una sola: quella di seguire la rotta che solo un patto etico puó indicare.

E quella rotta ci puó portare ad essere tutti dalla stessa parte. Quella della legalitá. Quella della difesa di chi é rimasto indietro.

Nella Bat, nella terra d'ofanto che esiste da sempre, ma che amministrativamente ha visto la luce nel periodo piú buio della credibilità della politica, c'é solo una strada da seguire: il rigore nella gestione della cosa pubblica e la trasparenza nelle scelte politiche e negli atti amministrativi.

Non gioisco quando vedo il Presidente Ventola protagonista dell'inchiesta dell'Espresso. M'incupisco e tocco con mano il fallimento di un'intera classe politica. Questa provincia l'abbiamo voluta non per gravare sulle casse dei contribuenti, ma per non essere piú periferia territoriale e identitaria di Bari o Foggia. E se anche, si dovesse andare verso il ridimensionamento o la cancellazione degli organi politici delle province (cosa che personalmente auspico in tutta Italia), il confine amministrativo e identitario resta perché é sempre esistito e abbiamo il dovere di difenderlo. E noi saremo sempre della Provincia Bat. A Ventola e a questa maggioranza in provincia imputo una responsabilitá politica precisa: l'aver anteposto, come spesso gli ho contestato, i palazzi, gli assessori e i concorsi, allo sviluppo e ai servizi pubblici.

Ma non voglio polemizzare. Voglio lanciare un appello. Firmo l'interrogazione De Angelis e spero che il centrodestra firmi quelle del Pd. Condanno fermamente chi, nel pd ha messo in difficoltá un galantuomo come Nicola Maffei che ha ottenuto un plebiscito dai Barlettani e ha il dovere di governare.

È inammissibile che qualcuno possa pensare che il Sindaco Maffei, neo eletto possa rispondere a un gruppo o a una corrente. Lui risponderá sempre e solo ai cittadini di Barletta e spero che nelle prossime ore tutti i consiglieri comunali lo sostengano senza condizioni e distinzioni. Non hanno senso le distinzioni personali quando si é in un partito e tradirebbero gli elettori, la cittá e quel senso etico della politica che ognuno di noi ha il dovere di difendere.

Infine un appello arrivato attraverso la gazzetta da Cassandro, esponente del pli. La trasformazione dei seggi attuali con perimetri piú ampi legati al plesso intero di riferimento.

Penso sia un appello corretto. Mi faró carico di presentare una richiesta formale al Ministero dell'Interno per proporre l'evoluzione del computo dei voti da seggio a plesso; purtroppo, nel nostro mezzogiorno questa forma di garanzia puó essere un disincentivo a chi pensa che i consensi possano essere controllati. Aspetto, qust'ultimo, che spero diventi l'ossessione quotidiana delle battaglie interne ai partiti (per allontanare chi lo fa), con il contributo della magistratura.

Francesco Boccia


CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO



LEGGI ALTRI ARTICOLI