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Sulla webtax l'Italia passa da apripista a subalterna alle multinazionali del web

17.07.2019

“Farà storcere il naso a qualcuno ma devo ammettere che la posizione che oggi sta assumendo la Francia, attraverso il ministro Le Maire, sulla webtax è la posizione più corretta. Se si arriverà a una normativa internazionale a livello di Ocse, ‘siamo pronti a ritirare la nostra tassazione’.

La Francia sta facendo quello che l’Italia con il governo Lega-M5S non ha il coraggio di fare. Il rammarico è che il nostro Paese c’era arrivato prima di tutti gli altri nel 2013 sulla necessità di far pagare alle multinazionali del web le tasse nei Paesi in cui fanno business, approvando la webtax, secondo il principio che oggi tutti condividono e riconosciuto dall’Ocse.

L’Italia ha fatto da apripista con una legge poi maldestramente cancellata con la corresponsabilità di tutta quella classe dirigente subalterna alle over the top. E il governo Conte che fa? Rinvia attraverso il ministro Tria dicendo che c’è un accordo sui principi, ma che si rimanda ad un accordo internazionale che non si farà mai. Sembra la tela di Penelope. Lega e M5S non vogliono tassare le multinazionali del web. I nostri commercianti, le nostre aziende, gli artigiani pagano le imposte regolarmente, è arrivato il momento che le inizino a pagare anche le OTT, senza dover ricorrere all’intervento di Procure e Gdf”. Così Francesco Boccia, deputato PD e responsabile Economia digitale del Partito Democratico.

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