RASSEGNA STAMPA

Sull’autonomia rafforzata, il pericolo adesso è serio. Serve un argine

29.05.2019

Francesco Boccia, deputato pugliese del Pd, la Lega è il primo partito d’Italia e i rapporti di forza, nel governo gialloverde, si sono rovesciati. Che succederà ora?
«La Lega batterà cassa e il primo dossier sul tavolo è quello dell’autonomia. Il piano originario del Carrocio danneggia pesantemente il Sud e in particolare scuola, sanità e i servizi pubblici a vari livelli, da quelli per la persona fino ai trasporti. Mai come in questo momento il pericolo è serissimo».

Rimanete fermi nella vostra contrarietà?
«Quella riforma non esiste. Può essere discussa solo dopo la definizione dei livelli essenziali delle restazioni, non prima. E invece i leghisti vogliono innanzitutto ripartire le risorse per poi dire che dei livelli se ne parlerà fra tre anni. Non funziona così. Saremo inflessibili e pretendiamo rigore a livello territoriale».

Cioè?
«La Puglia ha 4,5 dipendenti pubblici nei comuni ogni mille abitanti, a differenza della Lombardia che ne ha 6 e del Veneto che ne ha 6,5. Ci dovrebbero dare un dipendente dei loro. Noi non piangiamo, non vogliamo soldi. Ma serve ricordare che hanno più spesa pubblica di noi. E certo non si accettano guerre sui finanziamenti pubblici, altrimenti dovremmo andare al Nord a rimuovere i binari dell’alta velocità pagati con i soldi della fiscalità generale».

Il M5S annuncia barricate. Ma dopo la batosta elettorale sarà una resistenza efficace?
«I 5 Stelle hanno al Sud l’ultimo avamposto. Forse sul Mezzogiorno si potrebbe fare un patto politico vero per evitare la deflagrazione totale: prima i servizi e poi i soldi»

Restiamo sul Pd. I122,7% alle Europee è davvero una vittoria?
«Mettiamola così: finalmente si riparte anche se la strada è ancora lunga, soprattutto al Sud. Il merito di Zingaretti è quello di aver rimesso insieme i pezzi. Ora, serve rimboccarsi le maniche per tornare nelle periferie e nei luoghi del disagio, quelli che, in un tempo lontano, erano i luoghi della sinistra».

Le periferie però vi premiano alle Comunali
«Merito della efficienza e della credibilità di una classe dirigente all’altezza. Penso a Decaro e Salvemini. Ma anche ai risultati positivi di Firenze, Pesaro, Bergamo. Il centrosinistra ha dimostrato di esserci. È in campo e bisogna irrobustirlo».

Chiudiamo con uno sguardo sul continente. Che succede ora in Europa?
«I sovranisti sono isolati e valgono il 10%. Per i socialisti è arrivato il momento di interrogarsi. L’accordo con i Verdi è naturale e, anzi, una certa sensibilità ecologica dovrebbe essere coltivata di più nel Pd. Anche con i liberali si può dialogare».

E il Ppe?
«Devono dismettere la linea dell’austerità tedesca. Diversamente, un accordo non è scontato. Su questo i socialisti devono tenere il punto»

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