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Nell'economia digitale la direttiva Bolkestein non ha più senso

14.10.2017

Impegno comune su pdl Fanucci di riordino del settore termale

"Continuare a seguire l'attuazione, a volte passiva, della direttiva Bolkestein 13 anni dopo il suo varo non ha più alcun senso. Anzi, in alcuni casi si fanno danni su danni. Il Parlamento italiano può solo chiedere un time out in attesa che la Commissione Europea, spinta a questo punto dagli Stati membri che hanno consapevolezza della rivoluzione in corso, predisponga nuovi interventi". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo all'assemblea annuale di Federterme, insieme al presidente Costanzo Jannotti Pecci, e ad Ambrogio Prezioso, Presidente Unione Industriali Napoli.

"Sui servizi, dopo l'impatto del digitale - ha continuato Boccia - c'è uno stravolgimento evidente della catena del valore in ogni comparto, serve ridefinire i concetti più elementari della concorrenza, fissare nuovi confini della regolazione statale e, invece, ci accapigliamo per attuare un decreto legislativo del governo Berlusconi del 2010 che oggi per quanto concerne per esempio il business termale ipotizza un mercato diverso dalla realtà. Dovremmo parlare di sanità, prevenzione, turismo, cultura in un'ottica completamente diversa e con l'utilizzo di dati e delle tecnologie che hanno stravolto la catena del valore a cui tutti questi comparti erano abituati. Da questo punto di vista l'eccellente contributo di Federterme attraverso i privati sulla ricerca dimostra come in questo settore non abbia più alcun senso tenere in vita aziende pubbliche in deficit. Anche su questo serve un impegno comune per favorire la ristrutturazione a lungo termine dei debiti con linee di credito straordinarie".

"Faremo di tutto - ha concluso Boccia - per approvare alla Camera la proposta di legge Fanucci di riordino del sistema termale e, se ci saranno margini, traslare nella legge di bilancio alcune delle proposte".

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