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L’economia digitale è la più grande rivoluzione del capitalismo, spesso la politica si è mostrata inadeguata

29.09.2017

Impatto sul lavoro è inevitabile

“In Italia abbiamo anticipato i tempi nel 2013, come è noto. Bastava vivere nel mondo reale e non tra i selfie per capire che attraverso il digitale i dati avrebbero avuto più valore del cemento e che sarebbe cambiato per sempre il modo di produrre valore con beni e servizi. Mettere sulla stessa linea la vita on line a quella off line è un imperativo e tocca alla politica dimostrarsi all'altezza. Spesso, invece, inseguendo scorciatoie o slogan si è mostrata inadeguata.

Oggi al tempo della blockchain e dell'intelligenza artificiale abbiamo il dovere di chiudere immediatamente la partita dell'equità fiscale attraverso la web tax per poi concentrarci sugli effetti di questa rivoluzione, dalla portabilità dei dati alla necessità di avere cloud pubblici per i dati sensibili.

Davanti abbiamo straordinarie opportunità e parallele distorsioni economiche e sociali tipiche di ogni rivoluzione capitalistica. Da Tallin l'Italia inciderà senz'altro sul nuovo inevitabile corso. Come ha già ribadito il Presidente Gentiloni sarà necessario partire, anche se non ci fosse l'unanimità.”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, dal palco del Festival del Lavoro in corso a Torino.

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