RASSEGNA STAMPA

WebTax, finalmente si svegliano. In ballo ci sono 30 miliardi l'anno

10.09.2017

Intervista rilasciata a Osvaldo Baldacci, pubblicata sul Giornale di Sicilia 

«Le regole devono essere uguali per tutti. Non sono contro internet ma contro gli evasori fiscali. Siamo a una nuova rivoluzione economica, e sta al regolatore governarla. Finalmente anche l'Europa si è svegliata». Lo afferma Francesco Boccia, Pd, presidente della Commissione Bilancio e Finanze della Camera, da sempre in pima linea per la creazione di una web tax.

OOO Presidente, stavolta l'Europa sembra intenzionata davvero a colpire i colossi del web...
«Meglio tardi che mai, anche se fa rabbia che ci si sia svegliati dopo cinque anni per tornare al punto di partenza, visto che mai come ora il tempo è prezioso e in questo tem po ci sono stati già effetti dirompenti, aziende che sono fallite per la concorrenza sleale. Il commercio elettronico non è necessariamente aggiuntivo rispetto a quello materiale, ma anche sostitutivo. E il 90% è nelle mani di multinazionali che ti mandano una fattura estera e così non pagano le tasse. È assurdo che si sia permessa alle multinazionali la libertà di scegliere la loro residenza fiscale, cosa che ovviamente hanno fatto in base alla possibilità di erodere la base fiscale, anche dentro la Ue. La base imponibile elusa in Italia in questo modo è di 30 miliardi l' anno. E in più chi paga le tasse per fornire lo stesso bene o servizio è gravemente danneggiato».

OOO Come è possibile? «Il principio su cui insistono è ancora quello pre-internet della stabile organizzazione. La diplomazia Usa ha difeso a lungo questo principio, e ora ci sono interi palazzi di studi legali e tributari che servono a fare pressione su Bruxelles e sugli altri per sostenere questo aspetto. Per questo la via della tassazione del fatturato, del giro d'affari, può funzionare. Ma solo se la politica si sveglia, perché finora è stata debole di fronte alla potenza di fuoco delle multinazionali. Mi aspetto un cenno anche dalla Commissione Europea, che finora è stata quanto meno contraddittoria: la commissaria alla concorrenza è intervenuta con provvedimenti anche severi, ma i commissari al fisco, al commercio e al digitale, che siedono allo stesso tavolo, non hanno fatto niente».

OOO E in Italia? «Alla fine del governo Letta io avevo fatto una norma sulla web tax, ma Renzi l'ha subito cancellata. Ora con gli interventi di magistratura e autorità ci si sta muovendo. re mesi fa abbiamo fatto una "web tax transitoria", che cioè consente alle multinazionali di scegliere dove pagare le tasse. Alcune come Google si sono italianizzate. Inevitabili gli accertamenti su chi non si adegua».

OOO Non è una strada facile... «Il punto è che siamo di fronte a una vera rivoluzione dell' economia, paragonabile a quelle dei telai, del vapore, dell' elettricità e dei computer. Oggi in tutte le trattati ve non ci sono più i vecchi confronti fra lavoratori e datori di lavoro, ma tra questi due soggetti e dall'altra parte le multinazionali del web. è una trasformazione del capitalismo tradizionale. È normale che in queste fasi chi le cavalca cerchi di massimizzare il profitto, e di solito ci riesce. Ma sta al regolatore rendersi conto di quello che stiamo affrontando e agire di conseguenza, regolamentando e governando i fenomeni».

OOO Non è persa e impopolare una guerra tra internet e le istituzioni? «Ma io non sono per nulla contro internet, ma contro gli evasori fiscali. Nel tempo digitale stiamo meglio, facciamo più cose, ma è anche vero che se non si fanno rispettare le regole si creano ingiustizie e problemi. Le regole devono essere uguali per tutti, offline e online».

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