RASSEGNA STAMPA

Per le urne c’è tempo. Caro Renzi, ora serve umiltà e pazienza

16.12.2016

Intervista rilasciata a Rocco Vazzana, pubblicata su Il Dubbio

Presidente della commissione Bilancio alla Camera, capo dello Juventus Club parlamentare, lettiano di ferro. È questo l’identikit di Francesco Boccia, deputato e dirigente Pd da tempo in rotta di collisione col renzismo.

Onorevole, il governo Gentiloni è ufficialmente operativo. Per quanto tempo lo sarà? Prevedere quanto durerà un governo in Italia è roba da chiromanti. Intanto, sconsiglierei ai miei colleghi di partito, nonché al segretario, di fissare la scadenza dell’esecutivo sostituendosi alle prerogative del Presidente della Repubblica. Abbiamo bisogno di una legge elettorale che duri per i prossimi trent’anni o rischiamo di far ridere il mondo.

Il nuovo esecutivo avrà la forza per fare una legge elettorale che duri trent’anni? Non deve farlo, è questo il tema. Non deve sostituirsi al Parlamento, come ha fatto Renzi, sulle riforme di sistema. Questo governo dovrà solo accompagnare il Parlamento. Dovrà invece fare ciò che gli italiani si aspettano: un intervento sulle banche prima di natale, uno sulla pubblica amministrazione, completare la riforma di Equitalia, riordinare la scuola e mettere mano al welfare.

L’elenco delle cose da fare è lungo. Forse troppo. Renzi avrà la pazienza di aspettare tutto questo tempo? Il segretario del mio partito deve avere la pazienza di aspettare il congresso che da statuto dura almeno quattro mesi. L’impazienza ci ha portato a sbattere. Renzi deve avere avere l’umiltà di ascoltare tutti. Il ritorno alle urne dipenderà dalla legge elettorale, che a sua volta dipenderà dalla sentenza della Consulta. Io credo che questo percorso possa durare per i primi sei mesi dell’anno. Ricordo anche che legislatura si chiude a dicembre del 2017. Quindi tutta questa corsa al voto anticipato di soli sei mesi non la capisco. Se poi il problema per alcuni è quello di votare subito dopo aver ottenuto il vitalizio significa che stiamo parlando di sciocchezze. Il vitalizio non esiste più, c’è solo il sistema contributivo. Male che vada, ognuno si riprende ciò che ha versato e si fa un fondo pensionistico privato.

Veramente, il problema per alcuni sembra essere un altro: anticipare il voto per scongiurare il referendum sul Jobs act… Ma perché non dobbiamo fare esprime il popolo? Perché dobbiamo evitare una consultazione? Se il referendum si fa è meglio, così la prossima legislatura saprà cosa pensano gli italiani anche rispetto alla riforma del mercato del lavoro. Non vorrei più un partito che corre alla Forrest Gump.

Verdini non fa più parte della maggioranza di governo. Per lei è un buon segnale? La dinamica delle trattative sulle poltrone penso sia sia fisiologica a causa dei numeri che abbiamo. L’esecutivo si fonda sul Pd e basta, poi ci sono una serie di forze che compongono la maggioranza che non sono mai state elette dai cittadini, si sono cioè formate per la scomposizione dei partiti eletti nel 2013. Con Verdini vedremo cosa accadrà, Ala è sempre in tempo a entrare nel governo attraverso i sottosegretari. Io non ce l’ho con Verdini, dico solo che questo schema che Renzi ha difeso coi denti per le riforme poteva avere un senso fino il referendum. Ma se perseveri adesso con quel tipo di alleanze significa che ritieni quella maggioranza lo schema per il futuro.

Quindi il futuro sarà ancora targato Pd- Ncd? Per me no. La mozione che sosterrò al congresso, vedrà questi partiti alternativi a noi. Per me l’unica alleanza possibile è con il centrosinistra, con i movimenti e le associazioni.

E che mozione sosterrà? Ci sono già due documenti contrapposti? Io penso che ci saranno più di due mozioni. Ma ciò che posso dire con certezza è che la mozione Renzi prevederà l’accordo con Ncd per il partito della Nazione, quella che sosterrò io l’accordo con il centrosinistra.

Esclude elezioni prima del congresso, passando direttamente attraverso le primarie di coalizione? Lo escludo categoricamente. Sarebbe una ferita clamorosa. Significherebbe voler male al Pd e alla sua comunità politica.

Nessuno spinge in questa direzione nel Pd? Lo capiremo domenica all’assemblea.

Ha senso eleggere il segretario di un partito attraverso primarie aperte a tutti? Rispondo così: questi temi non si possono porre alla vigilia delle elezioni politiche. Le modifiche si possono fare solo in un clima di serenità, lontani dalle competizioni elettorali.

Ha già in mente il suo candidato segretario? Sì, e ne parliamo appena si apre il congresso.

Il suo amico Michele Emiliano sarebbe un buon candidato? Ne parliamo dopo. Fare una domanda a me su Michele è come chiedermi se tifo Juve o no.

Ma il Pd è davvero scalabile? Ho consigliato a Renzi di lasciarlo contendibile, così come l’ha trovato.

Che effetto le ha fatto sentirsi urlare «vattene!» davanti alla sede del suo partito? Ho capito che erano quattro o cinque persone che probabilmente non hanno mai fatto una protesta in vita loro. Erano frequentatori del circuito parallelo al partito. I cartelli che esponevano erano fogli A4 usciti dalla nostra sede. Ho semplicemente ricordato loro che voglio semplicemente il congresso e che entrerò sempre dalla porta principale del partito, a differenza di altri. Quella è casa mia.

Renzi ha perso e si è dimesso. Si sarebbe aspettato un passo indietro anche da Boschi e Lotti? Devo dire la verità, le critiche a Lotti sono ingiuste, prende su di sé responsabilità che non ha. Anzi, penso che serviva già tre anni fa una persona che si occupasse di sport e credo possa farlo bene.

Sport a parte, Lotti ha deleghe pesanti, come il Cipe… È una delega che trovo poco coerente, io l’avrei data al ministero del Sud che senza Cipe rischia di diventare il ministero dei convegni. Perché con la programmazione europea già completata fino al 2020 e con quella regionale in mano al ministro per gli Affari regionali, qualcuno deve spiegarmi a che serve un ministero del Sud così concepito.

Non mi ha risposto su Boschi… Ricopre una posizione strategica per ogni presidente del Consiglio e se Gentiloni l’ha accettata significa che si fida, anche perché il governo è in ovvia continuità con quella precedente.

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