NEWS

Politiche UE 2008-13 fallimentari. Aumentate disparità tra Paesi, cambiare verso

15.01.2015

Piano Juncker e deviazione temporanea insufficiente. Su domanda interna, investimenti e economia digitale risposte immediate

“Il piano Juncker presentato dalla commissione europea e l’ultima comunicazione, presentata il 13 gennaio, che ipotizza un margine di flessibilità per i Paesi che rispettano il rapporto deficit/Pil al 3%, è opportuno che vengano valutate insieme dal Parlamento italiano e votate in un’unica risoluzione”. Lo afferma Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, coordinando i lavori in 4 commissioni riunite Camera e Senato per l’audizione del vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen.

“Il piano Juncker – sottolinea Boccia nel suo intervento – è insufficiente ed è inutile continuare a parlare di 300 miliardi quando in realtà sono solo 21. Dal momento che non esiste alcun moltiplicatore al mondo in grado di trasformarli in 300, sarebbe opportuno d’ora in avanti fare riferimento a questi 21 miliardi che, in ogni caso, restano assolutamente inadeguati. Per quanto concerne la “flessibilità” e la cosiddetta deviazione temporanea dall’obiettivo del pareggio a medio termine entro il limite dello 0,5% del Pil (per l’Italia si tratterebbe di 8.5 miliardi di euro) andrebbe chiarita meglio; in ogni caso, non sarebbe affatto sufficiente a scuotere un Paese ormai sprofondato nella deflazione”.

Il presidente della commissione Bilancio ha poi sottolineato come “l’andamento del Pil e della disoccupazione in tutta l’Unione Europea, e soprattutto nell’area euro, negli anni della crisi 2008-13 dimostra come le politiche economiche e di coordianamento politico siano fallite. Se nel 2007, alla vigilia della crisi – ha ricordato Boccia – Italia e Germania avevano la medesima disoccupazione e il medesimo Pil, dal 2008 al 2013 l’Italia ha perso oltre 8 punti (-8.3), la Spagna -5.6 e la Grecia addirittura -26.6, contro il +4.3 della Germania. I numeri sono la dimostrazione che in Europa non si può più proseguire su questa strada. Se un  Paese sta male, con questa cura si aggrava”.

Il presidente della commissione Bilancio ha poi dedicato un passaggio alla carenza di domanda interna chiedendo al vicepresidente Katainen perché “la commissione UE non consente ai Paesi in surplus di adottare politiche di sostegno”. Mentre sull’economia digitale, Boccia ha fatto presente come non è più tollerabile il silenzio dell’Unione Europea, “quest’anno ci aspettiamo delle decisioni serie e concrete”. “Il Parlamento italiano, com’è noto, aveva già normato in merito, salvo poi rimandare la questione alla UE, perché la risolvesse entro il 2014. Ma il tempo ormai è scaduto, nel 2015 ci aspettiamo fatti e risposte immediate, non più l’ennesima task force”.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO



LEGGI ALTRI ARTICOLI