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Meno tasse con aumento controllato del debito

19.08.2014

Con la deflazione non si possono più chiedere sacrifici a lavoratori, disoccupati e imprese. Fine di un ciclo

“Siamo davanti a un bivio della nostra difficile e tormentata storia economica con una certezza inconfutabile: il debito pubblico aumenta a prescindere e le ultime 6 manovre triennali dall'inizio della crisi (2008) non si può dire che non abbiamo rispettato le prescrizioni di Bruxelles. Anzi. Siamo usciti dalla procedura d'infrazione durante il governo Letta dopo una serie di interventi cumulati che tutti gli italiani ricordano. Non si può dire che non abbiamo rispettato le regole comuni. Oggi, in Italia soprattutto, ma di fatto nel resto d'Europa, non prendere atto che siamo tecnicamente in deflazione con una debolezza cronica della domanda e una riduzione continua di prezzi e compensi sarebbe socialmente e politicamente irresponsabile. Solo con tagli non si cresce e si rischia di ammazzare il cavallo. Il debito, con soli tagli e crescita zero aumenta e continuerà ad aumentare. Ha più senso farlo aumentare consapevolmente per due anni a fronte di una maxi riduzione delle imposte per dare uno shock definitivo all'economia italiana in una legge di stabilità triennale tutta proiettata sulla crescita. Chi si affanna nel giudicare gli 80 euro ad agosto farebbe bene a trasformarsi in apprendista stregone. Non è possibile giudicare una manovra ridistributiva di quella portata dopo nemmeno 3 mesi. Sarà misurabile all'inizio del 2015 e comunqe la rotta ridistributiva è corretta. Siamo alla vigilia del Def, non giochiamo al ribasso o con mediazioni minime per tirare a campare. Serve una cura shock perché il momento storico l'impone. Nel Def scriviamo tutto quello che serve per uno shock triennale da riprendere nella legge di stabilità e soprattutto scriviamo la verità sulla deflazione. Guidiamo l'Europa e all'Europa oggi possiamo dire chiaramente che i debiti aumentano anche solo con la sola politica dei tagli. Per alcuni paesi, a partire dall'Italia, essere in direzione 140% del Pil, senza aver provato a invertire la rotta, sarebbe esiziale oltre che stupido. E in ogni caso, arrivati a questo punto abbiamo il diritto di provarci indicando noi la rotta: va guidato l'aumento del debito, non subìto. E la direzione è solo una: la riduzione delle imposte. E dopo 24 mesi inizierà a scendere anche il debito appena il paese tornerà a crescere davvero grazie alle imprese”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera.

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