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Ok la diagnosi di Visco, ma sull’ occupazione ognuno faccia la sua parte

30.05.2014

ROMA, 30 MAG - "Condivido le valutazioni sull'economia italiana e sulla politica monetaria in Europa fatte dal governatore Visco. Sarebbe però opportuno dall'intero sistema bancario, autorità indipendenti comprese, un pò di sana autocritica sul merito di credito quando si parla di occupazione". Lo dice Francesco Boccia del Pd, presidente della commissione Bilancio della Camera commentando la relazione del governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco. "É evidente a tutti - prosegue Boccia - che la crisi difficilissima che abbiamo attraversato, e che con fatica stiamo provando a metterci alle spalle, sia stata anche retta grazie alla solidità del nostro sistema bancario. Ma è sotto gli occhi di tutti che dopo questi anni difficilissimi il credito complessivo all'economia italiana è in calo come confermato dallo stesso Visco. E se le imprese di maggiori dimensioni hanno accresciuto il ricorso al mercato obbligazionario, sfiorando nel 2013 i 40 miliardi di collocamenti, l'offerta di credito per le piccole imprese è tuttora ristretta, difficoltosa e priva di un accesso diretto al mercato dei capitali. Tutto questo nonostante l'aiuto riconosciuto dallo stesso Visco avvenuto attraverso il fondo centrale di garanzia nel 2013 con prestiti per oltre 11miliradi e la normativa sull'ACE (aiuto alla crescita economia) rafforzata con la legge di stabilità 2014 che ha contribuito a ridurre lo svantaggio fiscale del capitale rispetto al debito". "Se tutto questo - conclude Boccia -, ascoltando la relazione di Visco, potrà essere ulteriormente rafforzato attraverso l'impegno assunto oggi dallo stesso Governatore sui crediti alle Pmi, deve essere chiaro a tutto il sistema bancario italiano che in questi mesi non si deve e non si può decidere unilateralmente solo per esigenze specifiche di bilanci la modifica del merito di credito riducendo gli affidamenti alle imprese senza alcuna giusta causa. È quello che sta continuando ad accadere in varie parti del paese; non può più essere consentito. Personalmente ritengo che se non dovessero arrivare impegni chiari dal mondo bancario nelle prossime settimane si dovrebbe poter intervenire normativamente per evitare che aziende sane e non insolventi si vedano ridurre gli affidamenti attuali solo a causa di differenti strategie finanziarie delle banche. Siamo ancora, come ha ricordato oggi lo stesso Governatore nella sua relazione, il Paese nel quale il credito bancario rappresenta il 64% dei debiti complessivi delle imprese". (Ansa)

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