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Boccia avverte il governo: non cambiate la tobin tax

21.11.2012
L? attacco è preventivo e, come sempre succede in questi casi, durissimo, così da far capire a chi di dovere che non gli saranno lasciati spazi di manovra. Alla Camera non si era ancora votata la prima delle tre fiducie che serviranno a varare entro domani il disegno di legge Stabilitàe già Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd a Montecitorio, ha avvisato il governo e chi, tra i senatori, è più sensibile agli interessi delle banche, che il Pd non accetterà modifiche sulla Tobin tax che possano alleggerire il carico fiscale sulle transazioni in derivati gestite dagli istituti di credito. «Se qualcuno pensa di approfittare dell'inevitabile conflitto ideologico che si è aperto nel Paese dall'introduzione della Tassa sulle transazioni finanziarie, regolando i conti tra operatori finanziari (deboli e forti), si sbaglia di grosso», ha avvertito Boccia. «Il testo che sarà approvato dalla Camera questa settimana può essere migliorato, ma di sicuro non va peggiorato con l'introduzione di esenzioni sui derivati gestiti dalle banche. Il Pd non arretrerà di un millimetro dalla posizione del pagare poco ma pagare tutti per redistribuire meglio». Il sospetto che circola nel Pd è che una bozza di modifica sia stata negoziata dalla banche con ambienti del Tesoro, per questo Boccia mira subito al bersaglio grosso: «Abbiamo atteso invano alla Camera una proposta del governo che non è arrivata. L'ipotesi che circola in queste ore di esentare dalla Ttf le operazioni in derivati (regolamentati e non) delle banche, limitando la tassazione sui derivati solo sulle azioni non solo è sbagliata nel merito perché limitata a una platea ridotta ma non consentirebbe una copertura adeguata rispetto alle previsioni fatte dal governo e stimate per circa I miliardo di euro» Il Pd quindi fissa la sua trincea: «Per quanto ci riguarda la tassazione deve riguardare tutti i soggetti: dagli operatori esteri (pena la nullità del contratto) agli high frequency (rader, agli stessi trader online che, come è noto, sono tra i principali speculatori sulla borsa italiana». Concludendo, Boccia ha anche allargato il tiro: «A noi interessa preservare la borsa, la sua esistenza e la sua capacità di intercettare risparmi e grandi capitali per lo sviluppo delle imprese. Quello che non ci interessa è la finanza speculativa e quella cattiva, denunciata in queste ore dal Financial Stability Board. Il rischio richiamato dal Financial Times di uno spostamento definitivo della borsa a Londra, favorendo i dark pools sulle azioni italiane finalmente incanalate dopo tanti sforzi su un mercato liquido come Borsa Italiana, è oggettivo e va scongiurato» ( da Mf del 21.11.2012 pagina 6 )

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