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16.06.12 - Adesso vendiamo: presto e bene ( da Italia Oggi del 16.06.2012 )

16.06.2012
Ha archiviato Giulio Tremonti e la sua stagione dei tagli lineari e dato avvio a una politica selettiva di riduzione della spesa che consentirà, finalmente, di parlare di sviluppo e strategia industriale. Francesco Boccia, responsabile del Pd per le commissioni economiche, descrive così, in coincidenza con l'approvazione in consiglio dei ministri del provvedimento messo a punto dal ministro Corrado Passera, l'importanza di avere chiamato Enrico Bondi a individuare gli sprechi e le inefficienze da eliminare e le risorse da destinare al rilancio dell'economia. Un decreto, quello approvato ieri, giunto al termine di una settimana che ha visto il premier Mario Monti impegnato nel vertice italofrancese con il presidente Francois Hollande in preparazione del summit europeo e nella messa a punto del programma di dismissioni che dovrà consentire all'Italia di aggredire la montagna del debito pubblico. Due mosse, queste, che Boccia considera decisive, a patto, dice, che le vendita di stato non si risolvano in una svendita. Domanda. Onorevole Boccia, da dove comincerebbe a vendere? Risposta.Per esempio dall'energia, perché ormai non ha più senso che sia lo stato o comunque il pubblico a produrla e a venderla. E lo stesso si può dire per il latte, e per tutte le aziende impegnati in attività già svolte dai privati. D. È d'accordo anche con il programma di dismissioni di immobili pubblici che va prendendo corpo? R. Certo. A patto che sia chiaro un concetto: ogni cespite, ogni caserma, ogni edificio ha un valore e nulla dovrà essere svenduto. Inoltre, bisognerà coinvolgere nell'operazione di valorizzazione del patrimonio immobiliare tutti i comuni interessati. I sindaci dovranno valutare in quale direzione indirizzare lo sviluppo e stabilire quale destinazione urbanistica dare alle aree dismesse, se per esempio fare un parco o realizzare un grattacielo o un museo. Gli strumenti democratici, per fortuna, non mancano. D. La Banca d'Italia, le Ferrovie e molti altri ancora hanno già avviato programmi di cessione. Non si rischia di restare con una grande quantità di invenduto sul groppone o di essere costretti a cedere a basso prezzo? R. Qui bisogna smetterla con questi timori. Il mercato non si subisce, si crea. E quindi è il momento di attirare capitali internazionali, grandi fondi di investimento dei paesi asiatici e la finanza islamica. D. Ci facciamo comprare tutta l'Italia? R. Non dobbiamo avere paura della modernità soltanto perché nel nostro paese il mercato è stato dominato da qualche famiglia al servizio della politica o viceversa. Finora ce la siamo cantata e suonata tra noi, ma l'Italia è un grande paese e se un palazzo a Milano a Roma può essere appetibile per un fondo di investimento internazionale, perché ostacolarlo? D. A proposito di ostacoli. Crede che l'Italia riuscirà a convincere la Germania, in occasione del prossimo vertice europeo, a dire sì a Eurobond e fondo di redenzione del debito? D. Credo nell'Italia e negli italiani, non nella capacità degli attuali modelli istituzionali italiani ed europei di risolvere una crisi molto più seria e più grave di quanto si creda. Per questo considero il consiglio europeo del 28 e 29 giugno un tornante della storia. I leader europei hanno l'obbligo di dire la verità. D. Quale verità? R. Che o l'Europa la costruiamo davvero e diamo ai nostri figli la speranza di un solo governo e di una sola politica economica, oppure ci ritroveremo a fare tanti inutili vertici. D. E crede che Frau Merkel l'abbia capito? R. Penso che anche i tedeschi siano consapevoli di affrontare un tornante della storia: se diranno no agli Eurobond e al fondo di redenzione del debito e prevarranno nazionalismi e legittime difese, non ci sarà più spazio per l'Europa e vinceranno i radicali sfascisti. Così faremo un enorme regalo agli Usa e ai paesi emergenti, perché i grandi del Vecchio continente da soli, non sono che periferiche province del mondo. D. Torniamo in Italia. Pensa che la decisione di affidare la spending review a un tecnico conosciuto come Enrico Bondi sia un segnale che Monti ha voluto dare ai mercati? R. È comunque un fatto importante. Che Bondi sia una persona capace è fuor di dubbio. Da studioso e conoscitore della pubblica amministrazione ho avuto dubbi sul fatto che gli venissero messi a disposizione strumenti tali da metterlo in condizione di incidere davvero. E invece anche se non ha avuto molto tempo, si è già visto che potrà aiutare a mettere fine a quella stagione dei tagli lineari che tanti danni ha prodotto.

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