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13.06.12 - HO FATTO I CONTI CON DICKENS ( dal Corriere del Mezzogiorno inserto Cultura Pag. 12 del 13/06/2012 )

13.06.2012
Nudo. Si sente così Francesco Boccia a parlare dei suoi libri del cuore. La voce incrinata dall?imbarazzo di chi deve stanare il proprio lato nascosto. Quasi che a lottare con il pudore del lettore si sudi di più che a competere nelle primarie. Del resto, i suoi narratori preferiti sono quelli che scavano nell?anima . Scrivere equivale, appunto, a spogliarsi in pubblico. Onorevole, qual è il suo rapporto con la lettura ? E? un rapporto molto intenso, direi quotidiano. Leggo non solo per lavoro ma per ragioni di esistenza di vita. Le letture di piacere coincidono con quelle professionali. L?ingresso in politica ha modificato il suo rapporto con i libri ? Quando non facevo politica avevo più tempo per leggere. Diciamo che ho dovuto ridurre le letture di piacere. Oggi sono costretto a leggere molta attualità. Ma le letture di lavoro, anche quelle relative alla mia attività di professore universitario, si intrecciano a doppio filo con le letture private. In fondo si legge con l?anima. Quali sono le sue letture abituali ? Leggo molta roba, soprattutto gialla. Perché ? I gialli ti trascinano dentro le storie portandoci più lontano dalla realtà. E? un lettore disordinato o selettivo ? Vado a periodi. Qual?è il libro che le è rimasto dentro ? Grandi speranze di Dickens. Come mai ? L?ho letto nel ?94, quando sono andato in Inghilterra. E? il classico romanzo che intreccia la storia di ognuno di noi. Contiene una lezione di vita. Tutti sogniamo un futuro strabiliante ma non sempre la vita ti regala quello che hai sognato. Un libro è veramente tale quando ti fa fare i conti con te stesso. Solo allora ti resta veramente dentro. Lo scrittore italiano che preferisce ? Sciascia. Perché ? Sciascia è Sciascia. Non c?è italiano che non lo apprezzi. Nel mio caso, poi sono particolarmente legato a questo autore per via della mia passione per la Sicilia. E? una terra che non ho conosciuto abbastanza, o meglio, non come avrei voluto. In Sciascia è sempre presente lo scollamento tra verità e apparenza. Lo sfondo comune ai suoi intrecci è l?omertà collettiva. Sciascia era amaro nelle sue definizioni. Un tempo la Sicilia era un feudo del conservatorismo politico. Le ultime elezioni amministrative mostrano che il centrodestra è meno forte da quelle parti. E? cambiato il vento ? Quello siciliano è un popolo straordinario. Mi incuriosiscono molto i giovani siciliani. Le nuove generazioni, pur rimanendo molto legate alla storia della loro regione, stanno scoprendo l?importanza del ruolo dello Stato. Che libro tiene ora sul comodino ? Il torto del soldato di Erri De Luca. E? la storia di un vecchio criminale di guerra che davanti a sua figlia è quasi costretto ad ammettere che il suo unico torto è stata la sconfitta militare. Il cuore del romanzo è il tentativo di scavare dentro se stessi. Com?è iniziato il suo rapporto con la lettura ? Mia sorella maggiore divorava libri. All?inizio ho seguito lei. Poi mi sono lasciato guidare dall?istinto. Quando ho un momento di libertà la cosa che mi rilassa di più è entrare in una libreria. Una volta dentro mi prende il desiderio di svaligiarla. Verso quali scaffali orienta di solito la sua attenzione ? Guardo subito le novità. In genere mi divido in due : il piacere e il dovere. Nel primo caso vado verso la sezione dei thriller. Nel secondo verso lo scaffale dell?economia. Qual è il testo di economia in vetta alla sua classifica privata ? La globalizzazione intelligente di Dani Rodrik, edito da Laterza. L?autore dimostra che la prima crisi globale fa riferimento a quando le navi, non sospinte più dai remi, hanno cominciato a viaggiare verso l?altra parte dell?oceano. E? allora , con l?apertura di nuove rotte commerciali, che è stato possibile superare i tradizionali regimi di monopolio e sono saltati i meccanismi di controllo dei mercati. Si ritiene un lettore forte o debole ? Il punto forte delle mie letture è sempre stato, sin dai tempi degli studi universitari, l?economia, la finanza. Ma sono stato anche attratto dai temi su cui mi sentivo più debole. A scuola ho fatto ragioneria. Perciò mi sono letto da solo i libri di filosofia. Il filosofo con cui è entrato più in sintonia ? Popper mi ha fatto capire la differenza tra il marxismo e il marxismo volgare. Marx ha teorizzato la contrapposizione tra gli esseri umani, cioè tra capitalisti e lavoratori. Il marxismo volgare è appunto una distorsione del pensiero originario. L?antitesi tra due diverse visioni è stata trasformata in lotta tra individui, fino al punto di ipotizzare l?abbattimento dell?essere umano, cioè del capitalistaDeve alla lettura di Popper la sua militanza a sinistra ? Mi ritengo un liberale di sinistra, anche se in Italia la socialdemocrazia non si è mai realizzata. Ho creduto molto che potesse accadere con il Pd. Continuo a pensare che questo partito sia il punto di approdo. Brodskij aveva ragione nel dire che se i politici parlassero più di libri che di programmi il mondo sarebbe migliore ? Il vizio dei politici italiani è di scrivere più libri di quelli che hanno letto. Vale anche a sinistra ? Meglio diffidare di quelli che a sinistra fanno gli intellettuali. Sono i peggiori. Anche perché un vero intellettuale non ti racconta mai tutto quello che ha letto. ( dal Corriere del Mezzogiorno inserto Cultura pag. 12 del 13.06.2012 )

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