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06.05.12 - Debiti della PA e accesso al credito per le imprese. E se lo Stato pagasse in Bot? ( dal BLOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 06.05.2012 )

07.05.2012
Stato, banca, impresa: sono al centro di un corto circuito fatto di crediti, debiti e ritardi nei pagamenti che sta letteralmente bloccando l?Italia. Da un lato, le imprese che vantano, da parte delle pubbliche amministrazioni, crediti derivanti da forniture, servizi e appalti. Dall?altro, le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e le autonomie funzionali, che ritardano a ripagare i propri debiti dilazionandoli apparentemente all?infinito. Nel mezzo le banche che, senza garanzie, sono restie a concedere nuovo credito alle imprese stesse. Il risultato? Un sistema in tilt. Con buona pace della crescita. Se infatti le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, non ricevono liquidità dalle banche non riescono a investire e, di conseguenza, il motore della nostra economia rischia, seriamente, di impantanarsi. Per avere un quadro più chiaro basta dare un?occhiata ai numeri: 60 miliardi di euro sono i crediti certi che le imprese vantano dalle PA, 90 quelli stimati. Nello specifico, ammontano a 15 miliardi i debiti accertati direttamente dai ministeri e a circa 45 miliardi quelli di Asl e Comuni. I tempi di pagamento oscillano tra i 92 e i 664 giorni. Avete capito bene: 664 giorni, quasi 2 anni solari. Cifre spaventose che diventano grottesche se solo si pensa che in Europa ci si aggira su una media di 65 giorni. In più, non dimentichiamo che esiste una Direttiva UE che obbliga le pubbliche amministrazioni a provvedere ai pagamenti nei confronti delle imprese entro 60 giorni. Una chimera allo stato attuale. E ciò nonostante le tante proposte fatte in questi anni per porvi rimedio, a partire da quella dei colleghi del PD De Micheli e Misiani che per mesi hanno lavorato affinché sulla vicenda si tenessero accesi i riflettori. Da qualche giorno alla domanda: ?Che fare se lo Stato non rimborsa il debito che ha nei confronti di un imprenditore?? c?è chi risponde, più o meno fantasiosamente, che sarebbe opportuno non far pagare loro le tasse, fino a quando non ci sia stata una compensazione fra debiti e crediti. Praticamente una sorta di anarchia fiscale. Ecco, questo è proprio l?errore da evitare. Il problema in tal modo sarebbe solamente aggirato e si ripresenterebbe, di nuovo, puntuale. Senza contare la logica piuttosto raffazzonata ed elementare di una simile condotta che rischierebbe di creare tra Stato e contribuente una specie di tiro alla fune dalle imprevedibili conseguenze. La verità è che la piaga dei ritardi nei pagamenti dello Stato al ?sistema imprese? è qualcosa che va risolto alla radice, con una soluzione definitiva. Una soluzione che consenta al nostro apparato produttivo di ripartire con nuovi impulsi all?economia e alle banche di avere garanzie tali da concedere crediti per finanziare sviluppo e investimenti. Sulla base di queste considerazioni nasce una nuova proposta avanzata al governo dal Partito Democratico: le banche paghino le imprese con Bot in garanzia. Andiamo con ordine. Sino ad oggi la normativa consentiva che i crediti ?certificati? vantati dalle imprese potevano, in via teorica, essere portati in banca e scontati (ricevendo, cioè, in cambio liquidità) attraverso la formula del pro soluto. In questo modo l?impresa avrebbe potuto ricevere le risorse finanziarie necessarie e la questione debito-credito sarebbe diventata una partita a due tra Stato e banca. Di fatto non è mai successo. Risulta chiaro, che in questo modo, le banche, ricevendo dallo Stato garanzie sui tempi di pagamento pressoché nulle, hanno sempre evitato di concedere credito alle imprese. L?alternativa per noi è formulare un nuovo modello di pro solvendo, con precise scadenze temporali, secondo cui la banca fornisce obbligatoriamente all?impresa liquidità. Nei 12 mesi successivi l?azienda resta titolare del credito e lo Stato paga alla scadenza pattuita. Se alla scadenza di questi 12 mesi l?amministrazione pubblica non avrà adempiuto ai suoi obblighi, sarà il Tesoro direttamente a pagare, entro 2 mesi, le banche che hanno anticipato il credito in Bot, da reperire sul mercato secondario, senza gravare sul debito pubblico. Nel dettaglio, la proposta del PD prevede che tutti i crediti delle imprese con la PA siano certificati entro 1 mese, altrimenti interverrà un commissario ad acta che provvederà alla certificazione entro i successivi 15 giorni. I crediti saranno poi scontati presso le banche che, in cambio di liquidità alle aziende, diventeranno creditrici dello Stato: in caso di inadempienza, il Tesoro darebbe agli istituti titoli di Stato. In altre parole, se dopo 12 mesi lo Stato non paga, non è l?imprenditore che deve correre su e giù per l?Italia per farsi pagare ma il credito, divenuto pro soluto, diventa responsabilità della banca recuperarlo e obbligo dello Stato onorarlo. Non c?è più tempo da perdere. La cronaca stessa testimonia uno stato pressante di disagio e, spesso, disperazione cui è indispensabile dare risposte tempestive. Questa proposta può aiutare le imprese a uscire dalla morsa dei crediti non pagati dalla PA. Il governo decida, adesso, lo strumento per trasformarla in legge. Ma faccia presto perché ormai, troppo spesso, si tratta di una questione di vera e propria sopravvivenza. ( dal BLOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 06.05.2012 )

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